Una Sydney Hobart nel nome della rosa (selvatica)
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LA STORIA DI WILD ROSE
Hickman ha acquistato la barca che sarebbe diventata Wild Rose nel 1991 da Bob Oatley, il proprietario del trionfante Maxi di 100 piedi Wild Oats XI. Due anni più tardi, Hickman, insieme ai co-proprietari Bruce Foye e Lance Peckman, ha vinto la gara quando la barca si chiamava ancora Wild Oats. Poi fu rinominata per evitare confusione con il Maxi di 100 piedi di Oatley.
IL “REGALO” DI OATLEY
“Ho partecipato a tre Sydney Hobart con Bob su questa barca. Quando comprai la barca da lui nel 1991, quasi me la regalò“, ha spiegato Hickman. “A quell’epoca ero un giovane ufficiale nella marina mercantile. Ebbi l’onore e il privilegio di regatare con lui e gli altri membri dell’equipaggio. Sei anni più tardi, quando decisi di acquistare la barca, avevo solo metà dei soldi, così chiesi a Bob se poteva aspettare. Mi disse, ‘Roger, sei stato l’unico ragazzo a comprarmi da bere al bar, non ti preoccupare del resto!’”.

Wild Rose ha un equipaggio di 14 velisti, incluse sei donne e vari membri della famiglia, tra cui la sorella di Hickman, Lisa, e il fratello Andrea, entrambi alla loro prima Rolex Sydney Hobart. Grande appassionato di questa regata, Hickman si autodefinisce come un concorrente determinato e combattivo. La vittoria della 70esima edizione della regata ha avuto una dose extra di soddisfazione per Hickman, grande appassionato della storia della regata, alla sua 38ima partecipazione. “Sono contento di aver fatto più di metà delle 70 regate; quest’anno è un grande traguardo, testimonia la creatività degli organizzatori settanta anni fa e l’enorme versato in questa regata.”
IL FASCINO DELLA SYDNEY HOBART
Forse il fascino della regata è descritto al meglio dalle parole della navigatrice di Wild Rose, Jenifer Wells. “La cosa fantastica della vela è che è una disciplina molto impegnativa fisicamente e mentalmente; devi perseverare e affrontare molte variabili come il tempo e lo stato del mare, ed è un’impresa di squadra. Il risultato dipende non da quello che ti succede durante la gara, ma da come la affronti”.
BARCHE PIU’ PICCOLE AVVANTAGGIATE
Mai come quest’anno le imbarcazioni più piccole sono state avvantaggiate dalle condizioni meteo, perché il vento forte le ha sospinte anche nella parte finale dello Stretto di Bass. Gli scafi più grandi (che, storico delle classifiche alla mano, sono solitamente favoriti), invece, sono rimasti impantanati nello Stretto, in cui sono passati molte ore prima, a causa del cambio di direzione del vento.

E pensare che dopo l’arrivo di Wild Rose, Hickman e soci hanno dovuto trattenere il respiro per un po’ prima di poter festeggiare, perché fino all’ultimo c’era la possibilità che salisse sul trono della regata una barca molto più anziana: Maluka of Kermandie. Amorevolmente restaurata da Sean Langman, si tratta di un 9 metri con armo aurico vecchio di 80 anni: una barca “sempreverde” che già nel 2006 espresse il suo potenziale piazzandosi all’ottavo posto overall. L’ultima fase di avvicinamento verso Hobart non gli è stata amica e la possibilità di vittoria è scemata: Langman e soci si sono dovuti accontentare del tredicesimo posto generale (del secondo tra gli scafi più vecchi di 30 anni e del terzo in IRC 4). Davvero niente male per una barca, che tra l’altro, è la più piccola dell’intera flotta!
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1 commento su “Una Sydney Hobart nel nome della rosa (selvatica)”
NON è una barca vecchia del 1983: si vde bene che ha un piccolo bompresso che nel 1983 era impensabile!
E’ una barca vecchia che è stata aggiornata e probabilmente con le vele nuove e non del 1983!
Ditelo che farete la felicità di tutti i velai e di tutti i cantieri di refitting.
Cordialmente