Luna Rossa: mai stati così vicini a vincere la Coppa America
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Max Sirena, lo skipper di Luna Rossa, è sicuro: nella corsa per la vittoria della prossima Coppa America che si correrà alle Bermuda a giugno 2017, ci sarà anche l’Italia.
Lo ha dichiarato al quotidiano Repubblica precisando che ci sarà tanta tecnologia made in Italy perchè: “Abbiamo tirato a bordo il meglio dell’Italia. Sono andato personalmente a cercare ovunque le migliori tecnologie possibili. Ed è incredibile il patrimonio di risorse e conoscenze che ha l’Italia”. A Pula, due passi dalla base di Luna Rossa a Cagliari, hanno stretto un accordo con Crs4, un centro di calcolo che praticamente non ha eguali nel mondo, dove stanno simulando le migliori soluzioni per il nuovo catamarano di 62 piedi (19 metri). E cita anche un’azienda pavese con cui: “stiamo progettando orologi-computer di bordo. Dispositivi pazzeschi che forse un giorno troveranno anche uno sbocco commerciale. Quando sono entrato sembrava di stare alla Nasa”.
A proposito del team che teme di più, a Sirena fanno paura gli inglesi e spiega perchè: “I più temuti, forse, sono gli inglesi. Un po’ per via di Ben Ainslie – il cui ruolo nella rimonta di Oracle su New Zealand è universalmente riconosciuto – un po’ perché dietro la sfida britannica si è schierata da qualche tempo direttamente la famiglia reale, dietro l’immagine di Pippa Middleton; e da quel giorno hanno fatto razzia di sponsor, investimenti e persone. Sirena ne sa qualcosa perché a un certo punto aveva provato a portare a Cagliari Adrian Newey, il genio dell’aerodinamica della Formula Uno. Ma questi prima di rinunciare alla vela e rinnovare il contratto con la Red Bull aveva già ricevuto sufficienti pressioni in Inghilterra per declinare la proposta made in Italy. Non è detto che sia un male, comunque. Quando ti affidi a un designer così famoso hai molte opportunità ma corri anche il rischio di prendere strade sbagliate”.
Riguardo alle polemiche sul team detentore della Coppa America, quelli di Oracle, Sirena spende parole di distensione: “Dopo la rinuncia del team Australia, che era stato scelto in un primo momento dal defender americano come challenger of the record (il primo degli sfidanti, quello con cui discutere delle regole che, in Coppa America, vengono comunque alla fine decise sempre dal detentore), si è deciso di modificare la struttura della competizione, e le regole adesso vengono decise (più o meno) tutti insieme, come se si trattasse di una sorta di lega. In questo modo è tutto più armonioso e funzionale. “E’ stata un’ottima cosa. Russel Coutts (l’uomo che gestisce Oracle insieme a Ellison) è un uomo intelligente. Si è accorto che continuando per quella strada non sarebbero andati distante. E ha cambiato tutto. Certo, funziona adesso perché siamo lontani dalla competizione, bisogna vedere come arriveremo quando saremo alla vigilia. Ma se il grosso lo decidiamo ora, allora sono certo che andrà tutto bene”. L’intervista si conclude con una certezza: “”Raramente una sfida italiana si è avvicinata a una Coppa America con queste premesse. Vogliamo vincere, possiamo farlo, e faremo di tutto per riuscirci”.
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