Una stagione da incorniciare per mr. Tomasini Grinover
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Un’annata da ricordare. Come nel vino anche nella vela ci sono stagioni particolarmente felici. Ne sa qualcosa Roberto Tomasini Grinover che nel 2014 non solo è salito alla ribalta delle cronache veliche ma è anche salito sul gradino più alto del podio di alcune delle regate più importanti del calendario. Dal secondo posto alla Palmavela alla vittoria all’europeo dei Melges 32 conquistato sul Lago di Garda passando per le vittorie alla Rolex Volcano Race alla Rolex Capri Sailing Week e Rolex Giraglia Cup. Risultati accomunati da quello che qualcuno ha già ribattezzato come il fattore Robertissima. Sì perché dietro a queste imprese sportive ci sono la passione e la determinazione di un personaggio del calibro di Roberto Tomasini Grinover. E non poteva essere altrimenti.
PRIMI PASSI A MONFALCONE
All’anagrafe nasce a Gorizia ma velisticamente a Monfalcone dove Tomasini Grinover muove i primi passi o meglio i primi bordi al circolo Oscar Cosulich. “Erano gli anni del Flying Junior e del Finn” ricorda con una vena di nostalgia Grinover “Era anche il periodo in cui facevo equipaggio con Mauro Pelaschier sui Flying Dutchman”. Non sarà un caso ma quello del Nord Est è un mare particolarmente fertile che ha visto crescere una folta schiera di campioni tra i quali figura anche Vasco Vascotto. E da Pelaschier a Vascotto il passo è breve. “Vincere a luglio l’Europeo Melges 32 a Riva del Garda con a bordo Vasco è stato per me motivo di duplice soddisfazione” commenta Tomasini Grinover.
UNA LUNGA GAVETTA
Sì perché Grinover appartiene a quella categoria di velisti che avendo alle spalle una lunga gavetta, sa apprezzare, quando arriva, il dolce sapore della vittoria. “Il titolo europeo nella classe Meleges 32 è stato uno dei momenti più belli della mia vita di velista” ricorda ancora Tomasini Grinover. Un successo che arriva da lontano dagli anni in cui dopo l’esperienza sulle classi olimpiche Grinover prosegue la sua avventura nella vela regatando a bordo degli One Tonner nel Golfo di Trieste fino al momento in cui avviene l’incontro con la Star. “Una classe meravigliosa dove occorre disciplina e nella quale il fattore umano va di pari passo con la messa a punto e la regolazione della barca stessa” aggiunge Grinover. “Un vero salto di qualità nella mia vita di velista. Ho partecipato a numerose regate in Austria dove risiedo da alcuni anni. Solo nel lago dove abitualmente amo veleggiare se ne contano una ventina”. L’esperienza nel mondo della Star regala molte soddisfazioni, come la conquista di alcuni titoli nazionali, ma anche la consapevolezza che per vincere bisogna misurarsi con i mostri sacri della vela mondiale.
“IL MIO MESTIERE E’ UN ALTRO”
“Il mio mestiere è un altro. La vela resta una passione anche se praticata con grande assiduità ed era frustrante vedere che nonostante gli sforzi non andavo oltre un certo punto, sebbene un anno, mi sia tolto la soddisfazione di arrivare secondo in una prova del mondiale Star disputatosi in Svezia. Da qui ha iniziato a farsi strada in me l’idea di puntare verso una classe owner’s drive qualcosa cioè che abbinasse il concetto della vela professionale con quella più amatoriale”. La scelta più idonea non poteva che essere quella del Melges 32. “Una classe magnifica sia sotto il profilo tecnico sia sotto l’aspetto agonistico” sottolinea Tomasini Grinover che aggiunge “Regatare in questo circuito è stimolante anche dal punto di vista organizzativo e logistico e ti spinge a entrare nella logica di pensare in funzione di un team”. Un’ottima palestra sicuramente ma anche un modo per iniziare a gettare le basi per un progetto ancora più ambizioso che per Tomasini Grinover rappresenta la vera Formula Uno della vela. “I mini maxi sono barche straordinarie, tecnologicamente avanzatissime, veri e propri bolidi da corsa che restano ancorati ai principi dell’andare a vela”.
COPPA AMERICA NO GRAZIE
Il riferimento neanche a dirlo va alla Coppa America. “Una competizione oggi priva di fascino per me nella quale ha preso il sopravvento una ricerca esasperata delle prestazioni a discapito di tutto il resto, fino al punto da ridurre ai minimi termini il contatto con il mare” prosegue Tomasini Grinover. Nulla di tutto ciò accade nella classe Mini Maxi che oggi annovera tra i suoi più fervidi entusiasti e sostenitori anche l’armatore friuliano. Acquistata da Niklas Zennstrom, Tomasini Grinover ha impiegato poco tempo per riportare l’ex Ran II oggi Robertissima III al via delle più importanti regate della stagione 2014. “Una realtà completamente nuova ma ricca di fascino” sostiene Tomasini Grinover che aggiunge: “Partecipare al circuito Mini Maxi comporta necessariamente un cambio di mentalità forte, una strategia di lungo periodo, un approccio manageriale alla gestione del team e della logistica. A tal proposito abbiamo chiamato a far parte della squadra Federico Michetti che ha una grande esperienza internazionale nel ruolo di team manager e attrezzato una base a Palma di Maiorca, dove al termine di ogni regata la barca viene sottoposta a tutta una serie di modifiche dettate da quella continua ricerca di nuovi spunti in termini di velocità e prestazioni che sono la parte più avvincente di questa classe”. Proprio a bordo di Robertissima III Grinover si è tolto la soddisfazione di chiudere al secondo posto alle spalle di un imbattibile Alegre il mondiale Mini Maxi che si è corso a settembre a Porto Cervo precedendo proprio Ran V di Niklas Zennstrom. “Una grande soddisfazione che si accompagna a quella provata alla Giraglia quando abbiamo tenuto testa a Esimit 2 Europa” commenta Grinover.
NATO E CRESCIUTO TRA LE BOE
Ma alla domanda se sono meglio le regate a bastone o l’altura Tomasini Grinover non esita un attimo: “Sono nato e cresciuto tra le boe. Adoro quella tensione che si respira quando ti misuri con i tuoi avversari sul filo dei secondi, dove fai a sportallate in un fazzoletto d’acqua e dove ogni distrazione, anche la più banale, ti può costare la vittoria”. E’ il bello della vela. Ed è inutile inseguire a tutti i costi quel concetto di spettacolarizzazione per renderla appetibile a un pubblico sempre più ampio. “Questo è uno sport che si svolge in mare e come tale non è pensabile poter applicare le logiche che appartengono ad altre discipline sportive al fine di renderlo anche più televisivo. In questo modo abbiamo perso una classe come la Star uscita ingloriosamente dalla scena olimpica”, prosegue Tomasini Grinover. Ma non dal cuore dell’armatore goriziano. Nel logo di Robertissima campeggia una stella e proprio una stella nella costellazione dell’Orsa Maggiore è stata battezzata Robertissima.
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