Seascape 27: che numeri in Adriatico, 27 piedi da offshore!
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Da un po’ di tempo stiamo osservando con interesse la crescita di questa nuova classse: il Seascape 27. Una barca slovena che ha un DNA comune a quello del Mini 6,50 e che sta riscontrando un grande successo. Sono i numeri a supportare le nostre osservazioni: durante l’ultima Jabuka Race (la più grande regata offshore dell’Adriatico orientale) erano sette i Seascape 27 iscritti con equipaggi provenienti da Germania, Repubblica Ceca, Norvegia, Svezia e Slovenia. Une regata che ricorda un po’ la “nostra” Giraglia: partenza da Tribunji e prua verso l’isola vulcanica di Jabuka (l’edizione di quest’anno ha visto un’andata caratterizzata da vento leggero e venti più sostenuti, fino a 35 nodi nella seconda metà del percorso). L’equipaggio tedesco ha finito undicesimo overall e primo in ORC dove il secondo posto è andato all’equipaggio norvegese, niente male!
LA NOSTRA PROVA DEL SEASCAPE 27
Nato dalla matita di Sam Manuard, designer e velista di lunga esperienza nella classe Mini, il Seascape 27 cavalca l’onda del successo del “fratello minore”, il 18 piedi che nel 2010 vinse lo European Yacht of the Year. Il nostro Alberto Mondinelli lo ha provato alcuni mesi fa. Ecco le sue impressioni.
Il meteo è di quelli che ti lascia poche speranze: cielo plumbeo, giusto non piove. Eppure il lago di Garda è capace di stupirti ancora una volta: un vento da Nord sui 7/8 nodi mi rassicura che non ho fatto il viaggio a vuoto, il Seascape 27 può essere provato.
Attenzione, non c’è bisogno di essere un “manico” da regata, ma solo avere la passione e la sensibilità per “sentire” la barca e subito il Seascape ti mette a tuo agio. Immediata e sincera nelle reazioni, persino le brucianti accelerazioni che qualche rinforzo del vento oltre i 10 nodi imprimono alla barca sono vissute con piacere senza mai timori: la stabilità dimensionale data dalla larghezza e dallo spigolo che corre lungo tutto lo scafo assolvono perfettamente al loro compito. Mi spiegano che con 30 nodi di vento, basta una mano di terzaroli e il fiocco avvolgibile più piccolo (che ha il suo attacco dedicato a poppavia del gavone dell’ancora) per affrontarli in tutta sicurezza anche con un equipaggio inesperto.
Al contrario con brezze leggere si può allestire il Code 0 (ma è disponibile anche un Code 1) avvolgibile direttamente sul tangone e i laschi saranno emozionanti lo stesso e in totale sicurezza. Di bolina navighiamo a 5/6 nodi costantemente e issamo il gennaker per provare a planare al lasco: sotto raffica sfioriamo i 9 nodi e la sensazione di grande facilità di conduzione è confermata anche a questa andatura, il rimpianto di non avere a disposizione un bella Ora tesa è tanta, ma considerando la giornata c’è già da accontentarsi di quello che sono riuscito a fare.
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