Team Vestas va per coralli: c’è chi difende e chi grida al complotto

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L’articolo che abbiamo pubblicato dopo l’incredibile incidente occorso a Team Vestas
(lo spiaggiamento dell’equipaggio capitanato da Chris Nicholson alla Volvo Ocean Race, sulla barriera corallina a Cargados Carajos Shoals, circa 200 miglia a nord-nord-est dalle Isole Mauritius – con l’equipaggio costretto ad abbandonare la barca), complice il titolo un po’ provocatorio, (Vestas, figuraccia alla Volvo: barca seppellita tra i coralli e nel ridicolo) ha scatenato un acceso dibattito sul nostro sito e sui social. C’è chi ci ha accusato di essere dei “velisti da poltrona” e chi, come noi, non si capacità di quanto sia accaduto data la tecnologia presente a bordo dei VO65 e l’esperienza di tutto l’equipaggio. In una lettera aperta il navigatore Wouter Verbraak ammette pubblicamente le sue colpe e i suoi errori di valutazione, assumendosi la responsabilità di tutto ciò che è successo. Tra i tantissimi commenti che ci avete mandato, come nelle più grandi tragedie, c’è anche la voce fuori dal coro che grida “al complotto!”. E voi? Cosa ne pensate? Continuate a esprimere i vostri pareri con un commento!

C’E’ CHI GRIDA “AL COMPLOTTO”
Non resisto. Ho letto in questi giorni i commenti pro e contro di tutti i miei colleghi velisti da porto. Anzi, da bar del porto. Ma se il massimo che abbiamo fatto noi probabilmente è la traversata dalla Liguria alla Corsica. E comunque, non riesco a dare contro all’articolo del misterioso giornalista. E’ folle che una barca supertecnologica si schianti su un reef con tutto il suo armamentario tecnologico. Così assurdo che, se fossi stato io a scrivere l’articolo, l’avrei buttata lì: ma non è che hanno fatto apposta per far parlare tutto il mondo di una regata che nessuno si stava filando? Un po’ come Russel Coutts quando scuffiò distruggendo il catamarano di oracle? Tanto, immagino, la barca gliela paga l’assicurazione… E a guardare le immagini dell’equipaggio di Vestas naufrago su un atollo della barriera corallina, sembra di essere sul set dell’Isola dei Famosi”.
Domenico Fantini Sperlonga

C’E’ CHI DICE NO…
Quando leggo titoli altisonanti quali: “…barca seppellita tra i coralli (e nel ridicolo)” mi viene sempre spontaneo pensare quale sia il curriculum del loro redattore che autorizzi tanta sagacia ma poi, pensando a ciò che ha fatto Chris Nicholson nelle sue 4 Withbread, nelle due olimpiadi e nei sei mondiali vinti ricordo che la mediocrità cerca sempre di esaltare l’altrui fallimento per giustificare il proprio esistere”.
Nilo Calvi

Ciao ragazzi,
rispondo per quello che ho vissuto …la telefonata alle 4 di notte di Vitto e Giovanni che si erano ribaltati alla Jacques Vabre….tutto gli si può attribuire ma non l’imperizia!
Presi di notte da un salto di vento vicino ad un groppo da 15 nordi a 30 , il timone no sie è staccato e non riuscendo a puggiare , oph .. il trimarano si è ribaltato dopo che avevano fatto un grande rimonta e pensavano di superare alcuni antagonisti..
Sul incidente di cui sopra …non ho elementi …ma la motivazione è sempre la stessa … prendere rischi per guadagnare posizioni…ma questo fa parte della corsa. Come quando sbandi in curva perchè la hai presa troppo forte!
Si forse rifulgerei da titoli scandalistici da giornale di gossip….vizio di tutta la stampa italiana…avete troppa classe per tutto ciò.
Un abbraccio a tutta la redazione
Ricordo che su 14 partenti solo 4 hanno finito la regata, io gliel’ho sempre detto”
Enrico Malingri

ahi ahi ahi.. Stavolta ci si è fatti trascinare un po dagli eventi.. Gridare come avete fatto (voi) x attirare l attenzione di un pubblico (noi) che preferisce guardare le cose con distacco..a volte un po snob.. ma non senza emozioni, questa volta è stato un autogol.. Una caduta di stile.. Peccato .. Io da lettore avrei preferito un taglio dell articolo con un po più di cronaca e di ipotesi tecniche su possibili cause, piuttosto ke un urlo gossipparo e un po’, scusare se uso un termine forte, BECERO, che solitamente non Vi contraddistingue .. A volte il taglio degli articoli è anche divertente ed ironico.. Questa volta non mi è piaciuto!!! Quando si cerca il limite (in una gara simile) a volte lo si supera .. Chi non risica NON rosica,, un po come avete provato a fare voi.. Raccogliendo però un po di critiche.. Mi piacerebbe un sincero “bhe si ..abbiamo esagerato.. Volevamo provocarvi..
Saluti e buon lavoro ..auguri.. Ora ne avete un po bisogno..”
Cicuz

…E CHI INVECE HA QUALCHE PERPLESSITA’
“La mia solidarietà a chi ha scritto titolo e articolo, i soloni che lo attaccano così duramente saranno sicuramente grandi esperti di vela e di regate oceaniche ma non certo di media e comunicazione ! Io magari quell’articolo non l’avrei neppure aperto se non avesse avuto un titolo così forte ! E comunque sono sicuro che chi difende il comandante di una barca iper tecnologica che riesce a centrare un atollo in pieno oceano e’ lo stesso che (giustamente) ha coperto di scherno e di insulti Schettino per aver centrato il Giglio con una nave che richiede più di 5 minuti per iniziare a virare: due errori madornali (con il primo per pura fortuna non ha causato vittime), due pesi e due misure solo perché Nicholson e’ il vostro paladino e Schettino una macchietta….io continuerò a leggere il giornale della vela, grazie”.
Pietro

“Grande rispetto per la carriera di Nicholson e compagni ma con le tecnologie odierne (si fa atterrare una sonda su una cometa) beccare un banco corallino mi devono spiegare come hanno fatto.black-out elettrico con stop dei gps ,radar ecc.? campo elettromagnetico che ha sfalsato i dati?non è una critica ma curiosità”.
Giuseppe Rainero

Certo che centrare un atollo corallino a 19 nodi sapendo che era li non è propriamente un esempio di alta marineria.
poteva tranquillamente essere una tragedia e per fortuna non ci sono stati feriti..ma questo non è certo merito dell’equipaggio. tutto può succedere ma da megaprofessionisti una leggerezza del genere non è accettabile e sicuramente qualcuno fra i 9 ha fatto un errore madornale”.
Vittorio De Blasiis

Sicuramente è responsabile chi doveva farela rotta e chi in quel momento aveva il comando dell’imbarcazione.
Detto questo, è vero, tutti noi abbiamo qualche volta sbagliato e sbaglieremo. Però ciò non ci esime dal dovere essere più attenti quando siamo al comando di una imbarcazione visto che si tratta molte volte di fare la differenza tra la vita e la morte dell’equipaggio.
Chi è al comando di una imbarcazione, sarà banale ricordarlo, però a me viene istintivamente sempre a mente (con un brivido che mi percorre la schiena) ogni qualvolta imbarco persone sulla mia piccola “isola veleggiante”, è responsabile della vita dell’equipaggio.
Non credo che il buonismo serva a qualcosa in questi casi. Bisogna dare a cesare quello che è di Cesare, anche solo a livello morale, per far sì che tutti possano trarre insegnamento da questa vicenda. Fortunatamente non ci sono feriti o morti ma questo, come correttamente evidenziato nell’articolo, è stato più merito del caso che dell’equipaggio.
Con la tecnologia che ci supporta, oggi è sempre più facile evitare che fatti come questi possano avvenire senza che si pensi ad un qualche comportamento superficiale da parte dell’equipaggio.
La nostra passione comune per il mare deve portarci ad essere sempre prudenti e sempre attenti. Detto questo, sto gioendo di tutto cuore per l’esito fausto della vicenda, ed auguro a tutti i velisti coinvolti un sincero vento in poppa per le prossime navigazioni, che spero intraprenderanno!”
Vincenzo

E VOI CHE IDEA VI SIETE FATTI DELLA VICENDA? CONTINUATE A ESPRIMERE IL VOSTRO PUNTO DI VISTA CON UN COMMENTO QUA SOTTO!

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2 commenti su “Team Vestas va per coralli: c’è chi difende e chi grida al complotto”

  1. Salve a tutti, a seguito di questo gravissimo incidente, per quanto mi riguarda, vorrei portare l’attenzione su un altro aspetto alquanto contemporaneo: l’uso delle carte digitali! io sono un appassionatissimo di mare e di barche a vela e come professione faccio l’ufficiale di rotta sulle navi mercantili, l’oceano indiano lo percorro in lungo ed in largo per tutti i miei 7 mesi a bordo della nave. come tutti voi avete ben notato sui tecnologissimi VOR65 non c’è nemmeno l’ombra di una carta nautica tradizionale!!! non dico che bisogna tornare indietro ma imparare che la navigazione tradizionale è sempre un ottimo supporto, il digitale è un buon aiuto. dal canto della mia esperienza si sono sempre riscontrate discrepanze tra una rotta “disegnata” a matita su di una carta nautica e un’altra “digitata” su di un display…spero di aver fatto crescere un dubbio a qualcuno e “domani” vedere gente in banchina che prepara un piano viaggio e non semplicemente gioca ai capitani coraggiosi muovendo su e giù il cursore del cartografico…Buon Vento

  2. Pingback: Come resuscitare una barca distrutta grazie a un cantiere di Bergamo

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