Io, velista dilettante da pochi anni, ho partecipato alla Volvo
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La Volvo Ocean Race, o la VOR come la chiamano gli appassionati, rappresenta una delle principali competizioni veliche al mondo, assieme alla Coppa America e alle Olimpiadi. Per 9 lunghi mesi un ristretto numero di atleti professionisti lotta per aggiudicarsi un titolo ambito e ricco di storia: quello di miglior team di velisti oceanici, in grado di lasciarsi i concorrenti alle spalle lungo un percorso di quasi 40 mila miglia, attraverso tutti gli oceani e completando il giro del mondo.
In questa edizione 2014-15 prendono parte alla regata 7 equipaggi, per un totale di 66 velisti (inclusi gli On Board Reporter), ciascun team con un budget alle spalle di almeno 15 milioni di euro. Il palmares dei partecipanti e’ impressionante: medaglie olimpiche, giri del mondo in team o in solitario… Insomma, non si tratta di certo di velisti della domenica! Tra i 66 fortunati partecipa anche un Italiano, Alberto Bolzan, che tra le tante esperienze vanta anche l’essere stato timoniere su Esimit Europa 2, invincibile scafo di 100 piedi… Anche per lui quindi un curriculum di tutto rispetto!
VOGtLIO PARTECIPARE ALLA VOLVO!
Ecco invece un altro Italiano – che sta scrivendo questo articolo – genovese e appassionato di vela, che ha messo piede per la prima volta su una barca a vela nel 2010 (un 420 della Lega Navale Italiana) scoprendo cosi’ di amare questo sport e che si e’ messo in testa di volver partecipare alla VOR. Le sue esperienze non sono minimamente paragonabili a quelle dei selezionatissimi 66, anche se nel suo piccolo ha fatto un po’ di miglia in regate off-shore nel Mediterraneo (151 miglia, Palermo-Montecarlo)… Con queste referenze pero’ non e’ concesso nemmeno avvicinarsi – neppure per ramazzare la barca – ad uno dei nuovissimi VOR65 che prendono parte a questa regata!
Non mi perdo d’animo comunque, la Volvo e’ un sogno e mi piacerebbe viverlo davvero!
IO MI BUTTO!
Lo scorso Agosto, di ritorno da una vacanza con gli amici (in barca a vela, ovviamente!) tra Corsica e Sardegna, decido di applicare come Volontario per la partenza della VOR in Ottobre, dalla citta’ di Alicante in Spagna. Il silenzio di molte settimane e’ rotto improvvisamente da una mail della coordinatrice che comunica che quasi 800 persone hanno applicato, per circa 450 posti disponibili. Sigh! Verro’ selezionato o dovro’ seguire la partenza su YouTube come nella scorsa edizione? Inizio a tempestare di mail la (povera) organizzatrice spiegandole che 1) non parlo una parola di spagnolo (ma che da buon italiano ci si intende comunque), in compenso parlo un ottimo inglese (che ben pochi spagnoli sanno parlare in verita’…), 2) abito quanto di piu’ lontano possibile nell’ambito della Comunita’ Europea dal suolo di Alicante (vivo e lavoro a Praga, in Repubblica Ceca, come molti altri “cervelli” in fuga dal nostro paese), 3) non ho la possibilita’ di participare a tutti i pre-corsi e selezioni che sono richiesti per entrare a far parte del team di volontari, perche’ il costo per volare ad Alicante non e’ proprio trascurabile. In compenso a) sono un grande appassionato di vela e della VOR (posso quasi snocciolare a memoria i nomi di tutti i 66 velisti partecipanti, inclusi i loro curriculum vitae), b) sono molto determinato a partecipare (ho gia’ “prenotato” le ferie col mio capo) perche’ credo sara’ una bellissima esperienza. Di nuovo silenzio. Poi la mail di conferma: sono dentro ai 450! Si, ma come “riserva” perche’ non ho partecipato a nessuno dei colloqui e dei workshops che si sono tenuti ad Alicante nei weekend precedenti. Ottimo, questo mi basta. Un paio di click e mi ritrovo con i biglietti in mano per volare in Spagna, dove il clima e’ ancora perfettamente estivo.
ARIA DI VOLVO
Venerdi’ 3 Ottobre atterro all’aeroporto di Alicante, iniziando gia’ a respirare il clima della Volvo: ai nastri del recupero bagagli ci sono i cartelli promozionali della regata. Arrivato in citta’ mi reco all’ufficio della VOR, dove ricevo finalmente il mio cartellino e la maglietta amarilla, divisa dei volontari! In quanto “riserva” non e’ proprio chiarissimo dove possa aiutare, ma siccome spiego che parlo inglese, mi spediscono al desk informazioni che si trova appena all’ingresso del Race Village.
Il Race Village e’ una struttura temporanea costruita lungo la darsena di Alicante, attorno al Museo della Volvo Ocean Race, che invece e’ un’attrazione stabile per la citta’. I pontili con i VOR65 sono ovviamente il cuore del villaggio, ma i capannoni dei team (tutti rigorosamente a ‘porte aperte’, anche se ad accesso ristretto) e il boatyard, dove uno shore team condiviso tra tutti i team esegue le manutenzioni a vele e barche, sono luoghi da visitare e dove fare incontri interessanti. Sono arrivato infatti da un paio d’ore e gia’ ho visto passare a pochi passi da me tutto il team SCA e un’altra decina di velisti, che si confonderebbero senza problemi in mezzo alla folla, se non fosse per la divisa dei loro team, con il nome scritto sulle spalle. In aggiunta, la mia iniziazione non poteva iniziare meglio perche’ tutto il team di volontari dell’info point mi accoglie con grande calore, essendo l’elemento “esotico” del gruppo e finalmente avranno qualcuno che possa spiegare agli stranieri le attivita’ del Village in una lingua diversa dallo spagnolo!
LA IN-PORT RACE
Sabato 4 Ottobre e’ il primo giorno importante per la VOR, si tiene la regata ‘In Port’ che iniziera’ ad assegnare punti per la classifica finale. Mi presento puntuale al meeting delle 9,30 dedicato ai voluntarios de mar. Il supporto dei volontari alla regata e’ infatti suddiviso tra un team di terra, che si occupa della gestione del Race Village, e un team in acqua, per l’organizzazione delle regate. Ovviamente i volontari affiancano i professionisti della Volvo, il comitato di regata e i marshall che dirigono il posizionamento delle boe e del campo di regata, prendendo istruzioni un po’ come le ‘prime linee’ in una guerra di frontiera, con i generali che dirigono le operazioni dalle retrovie. Ci viene spiegato il percorso della regata, le persone vengono suddivise in tre gruppi (Alfa, Bravo, Charlie) per controllare tre diverse aree del percorso a bastone, che verra’ ripetuto due volte.
Da brava “riserva” non sono ancora stato assegnato ad una imbarcazione quindi, dopo un po’ di ‘pressing’ sul marshall Alfa vengo presentato all’equipaggio del Savannah, un Sun Odyssey 51, composto da Juan Carlos, el patron, e Ana, la sua compagna. Il lavoro sul mare non e’ particolarmente faticoso ma in compenso offre un’occasione unica per seguire la regata in prima fila. Uno dei nostri compiti, dopo aver posizionato le boe, e’ infatti quello di tenere gli spettatori fuori dal campo di regata; ci suddividiamo quindi il confine e iniziamo a pattugliarlo. Non mancheranno i tentativi di ‘invasione di campo’ per riuscire a scattare una foto piu’ da vicino (soprattutto da parte dei locos catamaranes), col rischio di finire sulla rotta di Abu Dhabi che decide di risalire in lane-line proprio a pochi metri da noi. Non serve il teleobiettivo per scattare le foto a questo punto!
E ovviamente gli ‘invasori’ vengono respinti indietro, senza cosi intralciare la rotta dei VOR65 in gara. Juan Carlos e Ana si rivelano un equipaggio eccezionale (in verita’ non mi e’ ancora capitato di conoscere ‘gente di mare’ con la quale non legassi immediatamente, condividendo la stessa passione), scopro che lui e’ avvocato mentre lei e’ una velista esperta, entrambi vivono a bordo del Savannah ormeggiati a Santa Pola, un porto a poche miglia da Alicante. Tutta la conversazione avviene in un misto di spagnolo e italiano, che non ci impedisce comunque di entrare nei dettagli! Per la cronaca la regata ‘In Port’ viene vinta da Alvimedica, sono quindi contento perche’ l’Italia, rappresentata da Alberto Bolzan, si porta a casa i primi punti di questa VOR 2014-15.
L’ARRAMPICATORE
In ogni caso la mia ‘scalata’ alle gerarchie dei volontari e’ appena cominciata. Finalmente incontro la coordinatrice, Almudena, che avevo subissato di email nelle settimane precedenti. Ovviamente si ricorda di me… Facciamo due chiacchere ed ecco che vengo promosso sul campo da “riserva” a “titolare” tra i voluntarios de mar. I prossimi impegni di regata saranno nel weekend successivo, quindi nella settimana posso alternare alcuni turni di lavoro al Race Village con un po’ di turismo in giro per Alicante e nuotate lungo spiaggia sabbiosa del Postiguet, non particolarmente affollata in questi giorni di Ottobre.
La vita del Race Village si rivela tutt’altro monotona perche’, siccome i volontari sono in gran numero, a turno si puo’ prendere un po’ di pausa per visitare le diverse attivita’ che avvengono tra il mare e i padiglioni. Ad esempio imparo a mie spese quanto sia intenso il lavoro di un grinder a bordo di un VOR65: una delle esibizioni temporanee e’ ‘Another day at the office’, che si propone di spiegare al pubblico una tipica giornata a bordo, durante la regata attorno al mondo. Due coppie vengono chiamate al centro del palco per darsi battaglia sul grinder: chi avra’ ‘spinto’ di piu’ per un intero minuto ricevera’ un premio. Mi sento tranquillo perche’ sia io che Alex, un altro volontario originario del Guatemala, siamo giovani e abbastanza ben messi. Iniziamo a mulinare con grinta ma dopo 30 secondi il momimento delle braccia si fa piu’ pesante… ma ci sono ancora 30 secondi da macinare! E gli avversari spingono sulle manovelle come se non ci fosse un domani… Si va avanti, ma gli ultimi colpi sembrano dati al rallentatore, poi lo sprint finale! Scopriamo con gioia di esserci aggiudicati il premio, a scapito pero’ di braccia indolenzite per il resto del pomeriggio!
Un altro evento a cui capita di assistere mentre gironzoli per il Village e’ quello del rientro delle barche da una sessione di allenamento in mare. Abu Dhabi ha tutto lo shore team a disposizione per dar volta alle cime in banchina e ormeggiare. Quando la barca e’ poi assicurata, seguono le stesse attivita’ che religiosamente si fanno a bordo di ogni barca prima di scendere a terra: si mettono in ordine le cime, alcuni assicurano la randa piegata sul boma, altri iniziano a scaricare le vele (che sono 12 a disposizione dei team per la regata, ma solo 8 a bordo per ciascuna tappa). Poi lo skipper, in questo caso Ian Walker, raduna intorno a se i suoi e commenta cosa e’ andato bene e cosa deve essere migliorato. Questa scena l’ho gia’ vista, anche se non c’era Ian Walker a tenere il debriefing!
FINALMENTE A BORDO!
Ma l’esperienza piu’ bella che ho condiviso con alcuni amici e’ stata salire su una delle barche del giro del mondo. In genere soltanto gli sponsor vengono invitati a visitare le barche, perche’ altrimenti, se tutti i visitatori del Village potessero salire a bordo, non rimarrebbe molto di intatto a fine giornata. L’organizzazione mette pertanto a disposizione lo scafo di Brasil 1, la barca di Torben Grael, e una copia a grandezza naturale di VOR65 (in plastica, non in carbonio!) per poter esplorare gli interni e il pozzetto di questi ‘mostri’ del mare. Un pomeriggio il mio amico Alfonso sta facendo kite-surfing nello specchio d’acqua antistante al Race Village quando si realizza quello che i velisti piu’ temono quando vedono avvicinarsi un kite… l’aquilone si impiglia in mezzo al sartiame! Si, ma non di una barca qualunque…
Tutti ricorderanno Sanya, la barca capitanata da Mike Sanderson nell’edizione 2011-12, che aveva gia’ fatto un intero giro del mondo come Telefonica blu, al comando di Bouwe Bekking durante la VOR 2008-09. Bene si, proprio quella, al rientro da una giornata in mare! L’incidente e’ ben presto rimediato ma Alfonso coglie l’occasione per strappare al comandante un invito per salire a bordo! Il tempo di rientrare a terra, mettersi una maglietta e mandare un messaggio agli amici ed ecco che 4 persone mettono piede nel pozzetto di Sanya per una visita guidata della barca. In realta’ ho utilizzato un termine improprio perche’ non dovrei chiamarlo pozzetto, bensi’ piazza d’armi, viste le sue dimensioni! Il comandante appare divertito dell’incidente con il kite e per nulla seccato e ci porta sotto coperta, spiegandoci i segreti di questa macchina di carbonio e di tutte le ferite a cui e’ sopravvissuta. Aspetti tecnici a parte (servirebbero ore solo per parlare di quello), due cose mi hanno colpito particolarmente: l’afa impressionante che regnava nel cuore della barca (povero navigatore!) con 27 gradi di temperatura esterna e ovviamente la toilette, minimalista e in carbonio pure quella. Il deck invece colpisce per la presenza delle due derive scorrevoli laterali, la distanza tra la prua e il timoniere (alzi la mano chi non ha problemi di comunicazione tra prodiere e pozzetto gia’ su un 40 piedi…) e il trasto della randa lungo oltre 5 metri e mezzo.
LA PARTENZA
Arriva finalmente Sabato 11 Ottobre, il giorno della partenza della prima tappa: da Alicante a Citta’ del Capo, Sud Africa. Per prima cosa faccio un salto al capannone del team Alvimedica per salutare Alberto (Bolzan) e fargli l’in bocca al lupo per la regata. Salgo poi a bordo del Savannah dove e’ percepibile un filo di tensione: oggi non si puo’ sbagliare! Ci saranno le televisioni, giornalisti da tutto il mondo e si attende il pubblico delle grandi occasioni davanti al golfo di Alicante. Il percorso della partenza e’ elaborato, per consentire alle barche di sfilare davanti a tutta la citta’ in festa. Si parte con un bastone che, al termine della prima poppa diventa un triangolo, a coprire tutti i lati della baia, per poi tornare al punto di partenza e dare il via alla gara. I numeri ufficiali diranno che c’erano piu’ di 600 imbarcazioni in acqua a seguire la partenza, tra cui una fregata della marina militare spagnola e Aglaia, un modernissimo 200 piedi, con un albero di 83 metri (in confronto i 30 metri di albero dei VOR65 hanno dimensioni quasi ridicole!).
Il vento da Sud Est rinfresca sui 10 nodi e permette una bella partenza, con Vestas che anticipa il segnale e deve tornare indietro per attraversare di nuovo la linea. Il percorso e’ in gran parte al traverso e gli skipper scelgono soluzioni diverse, alcuni mantenendo il code zero per quasi tutto il percorso (come il team SCA), altri che invece scelgono il fiocco per poter stringere meglio il vento e fare meno strada. Alla fine e’ proprio questa soluzione quella che porta Brunel, Abu Dhabi e Mapfre in testa alla gara e a partire per primi verso l’orizzonte. Il vento intanto inizia ad alzare un po’ d’onda ed e’ uno spettacolo veder partire queste barche di bolina verso sud con una lunga corte di imbarcazioni festanti al seguito, che salutano e gridano in bocca al lupo ai marinai. La gara e’ partita e da adesso fino al traguardo non ci sara’ piu’ tempo per le distrazioni. Chi arrivera’ per primo avra’ vinto il giro del mondo! E io potro’ dire “quel giorno c’ero anch’io” e chissa’, magari esserci anche alla prossima Volvo.
Davide Lo Pinto
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3 commenti su “Io, velista dilettante da pochi anni, ho partecipato alla Volvo”
Davide ti faccio i miei complimenti per la tua tenacia…
Grazie Simona! Ho imparato dalla mia famiglia che se vuoi veramente una cosa te la devi andare a prendere, con determinazione. Questo mio messaggio vuole essere un invito a tutti per non smettere mai di inseguire i propri sogni! Ciao, buon vento!
ed io ero con te alla Montecarlo….. un abbraccio e a presto, magari di nuovo a Palermo, a fare un giretto sul mio Platu, che a confronto dei VOR è una pulce!!!! 😀