Se tutto continuerà ad andare come sta andando – il se è d’obbligo in ogni regata oceanica – non potrebbe esserci addio migliore tra Andrea Mura e il suo fido scudiero, l’Open 50 Vento di Sardegna (che il velista sardo lascerà per un nuovo IMOCA 60 in vista del Vendée Globe, il giro del mondo senza scalo in solitario): l’ultima regata che stanno affrontando insieme, la mitica Route du Rhum (in solitario da Saint Malo a Pointe-à-Pitre, in Guadalupa, per un totale di 3.543 miglia), li vede in testa dell’eterogenea categoria Rhum. Con ben 60 miglia di vantaggio sui primi inseguitori, dopo 3 giorni di navigazione compiuti più a nord rispetto al resto della flotta: Vento di Sardegna è a 2950 miglia dall’arrivo e da una storica doppietta (nel 2010 è stato infatti il primo italiano a vincere questa regata). Gli altri italiani Alessandro Di Benedetto e Giancarlo Pedote, navigano rispettivamente in sesta posizione tra gli IMOCA 60 e in 17ma tra i Class 40.
CATEGORIA RHUM: LA STORIA DELLA VELA TRA BARCHE…
La categoria Rhum ha visto al via 20 imbarcazioni: molto diverse tra loro, rappresentano la storia della regata. Ad esempio, c’è Acapella-Amisep, gemella del trimarano Olympus con cui il canadese Mike Birch vinse l’edizione 1978 della regata con solo 2 minuti e 38 secondi di vantaggio su Kriter V di Michel Malinovsky (che, guarda caso, è presente con il nome Krit’r V, con skipper Benjamin Hardouin). Avrebbe dovuto esserci a bordo Loick Peyron, ma in seguito all’infortunio di Armel Le Cleac’h quel vecchio volpone ha colto l’occasione al volo e sta conducendo su Banque Populaire VII nella categoria Ultime (su Acapella c’è Charlie Capelle).
…E PERSONAGGI
Tuttavia, non sono solo le barche a incarnare lo spirito della vela più antico e avventuroso tra i “Rhum”: scorrendo la classifica provvisoria, al settimo gradino, troviamo un 75enne che ha fatto la storia. Sir Robin Knox-Johnston, a bordo dell’Open 60 Grey Power. L’unico che nel Golden Globe del 1968 riuscì a completare le 27.000 miglia di circumnavigazione del globo in 312 giorni a bordo del suo Suhaili, il ketch di 32 piedi che si era autocostruito. Nel 1971 vinse la Cape to Rio con Peter Blake, nel 1977 trionfò in due tappe della Whitbread, nel ’94, sempre con Blake, conquistò il trofeo Jules Verne per la più rapida circumnavigazione del globo. Non un novellino.