Ci sono tre italiani sulla rotta del Rhum
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Che la Route du Rhum non sia un’impresa alla portata di tutti ce lo insegna la storia: dal 1978, alla regata quadriennale in solitario da Saint Malo (Bretagna) fino a Point-à-Pitre, in Guadalupa, si sono sfidati i più grandi velisti oceanici di sempre. Da Olivier De Kersauson a Michel Desjoyeaux, da Laurent Bourgnon a Lionel Lemonchois, da Robin Knox-Johnston a Franck Cammas, tanto per citarne alcuni (e sono davvero pochi). E c’è chi ha pagato il prezzo più alto, come Alain Colas, che nella prima edizione naufragò e fu inghiottito dagli abissi con il suo Manureva, l’ex Pen Duick IV di Eric Tabarly. A proposito di Tabarly: fu proprio a una Route du Rhum, quella del 1986, che fu costretto a chiedere aiuto ai soccorsi per la prima volta nella sua carriera, mentre stava colando a picco con il maxi trimarano Cote d’Or. Insieme alla Ostar (Plymouth-Newport) è quindi la regata che ha creato il mito della vela oceanica in solitario. Una doverosa introduzione per spiegarvi che non sarà uno scherzo quello che si troveranno ad affrontare Andrea Mura, Giancarlo Pedote e Alessandro Di Benedetto (ognuno in una categoria diversa) a partire dal 2 novembre, quando viene esploso il colpo di cannone dell’edizione numero dieci: 3.543 miglia e 20 giorni di dura navigazione. Tre “paisà” in Atlantico, proprio come nell’edizione 2010 (a cui presero parte il succitato Mura, Marco Nannini e Davide Consorte). Tre velisti che, da qui al 2016, avranno come vedremo un percorso comune.
ANDREA MURA ALLA RICERCA DEL BIS
Andrea Mura, che abbiamo eletto Velista dell’Anno 2014, non solo ha partecipato nel 2010, ma ha vinto nella categoria “Rhum” (dal 2002 la regata è aperta a più classi), diventando il primo italiano a riuscire nell’impresa. Quest’anno tenterà di bissare il successo a bordo del suo fido scudiero, l’Open 50 Vento di Sardegna: una vittoria sarebbe il miglior modo per salutarlo. “Toglietemi tutto ma non il mio Vento di Sardegna”, ci aveva detto il velista cagliaritano qualche mese fa. E invece l’idillio iniziato nel 2007 (quando Mura acquistò la barca, costruita da Umberto Felci in occasione del Vendée Globe 2000-01, per Pasquale De Gregorio), coronato da tanti successi (ultimo il trionfo in reale alla Ostar 2013), è giunto al termine. Ma, come recita il proverbio, si chiude una porta e si apre un portone: è iniziata la costruzione del nuovo IMOCA 60 (progetto francese di Verdier/VPLP, costruzione italiana, affidata al cantiere Persico) con cui Andrea prenderà parte al Vendée Globe 2016, il giro del mondo in solitario senza scalo – partendo da Les Sables d’Olonne (Francia) – che rappresenta il sogno e il punto di arrivo per ogni velista oceanico.
DI BENEDETTO IN UNA CATEGORIA DIFFICILE
Alla Route du Rhum (e, guarda caso, anche al prossimo Vendée, per la seconda volta) ci sarà anche Alessandro Di Benedetto, l’italiano con mamma francese che gode di assoluta simpatia tra i solitari francesi e si è trasferito oltralpe (abita infatti a Les Sables). La sua regata si svolge all’interno della categoria riservata agli IMOCA, a bordo di Team Plastique, con cui nel 2013 si è piazzato al nono posto nella Transat Jacques Vabre (da Le Havre, in Francia, a Itajaì, in Brasile) assieme all’amico bolognese Alberto Monaco e ha concluso all’undicesimo e ultimo posto lo scorso Vendée. Questa volta può fare bene anche se la concorrenza è più agguerrita che mai: assieme a Di Benedetto sulla linea di partenza si schierano nomi del calibro di Tanguy De Lamotte, Vincent Riou e François Gabart.
PEDOTE LASCIA LA VIA VECCHIA PER LA NUOVA…
Last but not least, il nostro Giancarlo Pedote: il velista fiorentino ci ha abituato alla grande: a bordo del Mini 6.50 Prysmian, l’ex “Teamwork” di David Raison (il proto dalla prua tonda), ha inanellato un incredibile filotto di vittorie. Cinque regate, cinque primi posti: Lorient-Bretagne Sud Mini, Pornichet Sélect, Mini en Mai 2014, Trophée Marie-Agnès Péron e Les Sables-Azzorre-Les Sables. Giancarlo è sicuramente il più forte minista italiano e anche in Francia, patria della vela oceanica, ha spopolato. Persona di grande umiltà prima che velista completo, non conosce il concetto di “sedersi sugli allori”. E quindi via, sul Class 40 Fantastica messogli a disposizione dall’armatore “filantropo” Lanfranco Cirillo, a cercare l’impresa alla decima Route du Rhum, nella categoria più affollata (39 barche al via). Per Pedote si tratta di un importantissimo test di maturità, in vista di una sua più che probabile partecipazione al Vendée Globe su un IMOCA 60 (sostenuta da Prysmian assieme ad altri sponsor).
UN ANTIPASTO DEL VENDÉE GLOBE?
Mura, Di Benedetto, Pedote. A loro va un grandissimo “in c… alla balena” per la regata, a noi resta lo spazio per una riflessione. I primi due sicuramente, il terzo molto probabilmente, prenderanno anche parte al Vendée Globe. Un giro del mondo con tre italiani fino a qualche anno ci sarebbe sembrato un’utopia, ma adesso possiamo davvero sperare: gli azzurri hanno imparato a navigare “au large”. Alla seconda edizione del 1992-93 partecipò Vittorio Malingri a bordo di Everlast/Neil Pryde Sails, ma non riuscì a concluderla per un’avaria al timone. L’edizione più “affollata” dai nostri fu quella del 2000-01, che vide al via Simone Bianchetti su Aquarelle.com e Pasquale Di Gregorio a bordo di Wind. Bianchetti chiuse dodicesimo (impiegando 121 giorni, 1 ora e 28 minuti), Di Gregorio quindicesimo (158 giorni, 2 ore e 37 minuti)
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