La voglia di esplorare, di scoprire quello che non conosciamo, è insita nell’uomo fin dalla notte dei tempi. Quello che cambia sono i luoghi: un tempo erano le colonne d’Ercole a segnare il confine tra il mondo conosciuto e il mistero, poi la ricerca delle Indie e la scoperta addirittura di un nuovo continente. Dall’inizio del secolo scorso, i navigatori più arditi hanno disperatemente tentato di trovare il Passaggio di Nord Ovest, per passare dall’Oceano Atlantico al Pacifico a Nord del continente americano. Una sfida che ha avuto il suo “boom” negli ultimi decenni, con il ritiro progressivo dei ghiacci e che vede ormai decine di barche protagoniste ogni anno. Fine dell’avventura? Nemmeno per sogno. Ci sono luoghi dei quali abbiamo a malapena sentito parlare, come l’Arcipelago delle Svalbard, dove ci accompagna il nostro Giovanni Porzio nelle prossime pagine (autore anche delle fotografie che ammirate). Lì su nell’estremo nord dell’Europa, un pugno di isole semidisabitate dove è obbligatorio navigare con un’arma a bordo e nelle quali l’arrivo di una barca italiana è stato salutato dai pochi ricercatori presenti come un vero evento. Tra baie deserte e iceberg a pelo d’acqua, una navigazione che rimane impressa nella memoria. Trovi l’articolo completo sul numero di novembre del Giornale della Vela.
Rotta verso la fine del mondo: l’arcipelago delle Svalbard
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1 commento su “Rotta verso la fine del mondo: l’arcipelago delle Svalbard”
Splendido reportage di Giovanni Porzio. Come sempre ci regala emozioni intense.
Da leggere in versione cartacea e conservare.
Francesca