Nella Middle Sea più dura di sempre, ha vinto un piccolo J-122
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23 ottobre – Con un tempo di 4 giorni, 13 ore e 35 minuti e 5 secondi il J-122 Artie del Maltese Lee Satariano è il vincitore di questa durissima edizione della Rolex Middle Sea Race. Un’edizione caratterizzata prima dalla bonaccia, e poi dal ventone che ha trasformata la regata in una vera e propria Sydney Hobart in Mediterraneo, con raffiche fino a quasi 50 nodi e (per adesso) 25 ritiri. Al secondo gradino momentaneo l’Xp44 Xp-act Banks Sails Racing, al terzo sempre una barca brandizzata dalla veleria, il Neo 400 Carbon Neo Banks Sails Racing. Al quarto posto un altro J-122, Otra Vez e quinto lo sloop bermudiano Courrieur du Coeur.
23 ottobre – Se i primi 4 giorni di regata sono stati caratterizzati dalle arie leggere, il quinto giorno si è assistito a un cambio radicale delle condizioni, con venti fino a 48 nodi. Molte le imbarcazioni che si sono ritirate, molte che invece sono arrivate prima del previsto grazie alla furia del vento che le ha sospinte alle portanti. Tra queste il J-122 Artie del maltese Lee Satariano, che attualmente guida la classifica overall e difficilmente potrà essere scalzato dalla testa: ha completato il percorso in 4 giorni e 13 ore e i compensi sembrano dargli ragione. Satariano non si è dichiarato superstizioso, ma dalla sua ha la cabala: in un’edizione con 122 barche al via, non poteva che vincere un J-122, dicono…
ROLEX MIDDLE SEA, IL RACCONTO DI CHI HA VISSUTO LA TEMPESTA
MIDDLE SEA RACE NELLA BURRASCA: GUARDA LE FOTO!
22 ottobre – Come si muove, Esimit vince. Dopo la quinta vittoria alla Barcolana, arriva anche la quarta vittoria consecutiva in tempo reale alla Middle Sea Race dopo aver tagliato il traguardo ieri sera alle 22.47 nel porto di La Valletta. E con questa, fanno 35 vittorie consecutive in altrettante regate per lo scafo di Igor Simcic, che ha impiegato 3 giorni 10 ore, 42 minuti e 5 secondi per portare a termine il percorso di 606 miglia della Rolex Middle Sea Race (40 ore in più del record). Dopo la bonaccia, è arrivato ventone (con raffiche fino a 45 nodi che stanno causando alcuni ritiri): quindi potrebbe esserci qualche sorpresa per il vincitore in tempo compensato… Il nuovo 72 piedi Ran di Niklas Zennstrom ha tagliato il traguardo in seconda posizione, impiegando 3 giorni, 12 ore, 42 minuti e 18 secondi, balzando in testa alla classifica in tempo compensato. Terzo in reale, e secondo in compensato, il Maxi 72 americano Shockwave.
Adesso si aspettano le altre barche. A circa 70 miglia dall’arrivo si trova un terzetto di tutto rispetto: il Custom 60 Wild Joe dell’ungherese Marton Josza, il Cookson 50 Cantankerous di Germana Tognella e il TP52 B2 di Michele Galli, con a bordo Giorgio Benussi, vincitore overall della scorsa edizione della regata.
IL REPORT DA BORDO DI SAGOLA BIOTRADING
Lunedi 21 ottobre – Paolo Codeluppi, a bordo del Grand Soleil 37 Sagola Biotrading di Peppe Fornich, racconta: “La domenica si chiude in forte recupero attraverso lo stretto di Messina. Si scende in poppa con 14 nodi in diminuzione per arrivare al gate di strombolicchio quasi abbonacciati. La notte passa in calma di vento al cospetto della Sciara di Fuoco di Stromboli: una colata lavica continua che scende dalla bocca del cratere verso il mare. Passare di notte e’ sempre una grande esperienza. la mattina non promette nulla di buono. Come fa giorno scopriamo grandi imbarcazioni attorno a noi. La giornata e’ molto impegnativa e spesso la corrente e’ superiore al vento. Chi prende rotte a filo delle Eolie, chi cerca i buoni al largo scegliendo una rotta a nord. I vari meteo non sempre danno previsioni congruenti e questo contribuisce a generare scompiglio. A metà pomeriggio sale una debole brezza da nord di pochi nodi che ci permette di recuperare un poco le imbarcazioni davanti a noi mentre le calme della mattina ci hanno visti oggetto di un forte recupero da chi era dietro di noi. Probabilmente le prossime ventiquattrore decideranno le sorti della regata: previsto un ponente sostenuto che chi avrà già scapolato Capo San Vito lo troverà al traverso fino a Pantelleria. Quelli arretrati dovranno scapolare il capo di bolina prima della poggiata a sud. Temperatura decisamente estiva e acqua calda ci hanno consentito di assaporare una estate che non vuol sapere di andarsene. Su Sagola l’umore e’ ottimo e l’equipaggio motivatissimo. Spesso, i cali di concentrazione in queste giornate possono rivelarsi decisivi per l’esito finale”.
Sabato 18 ottobre – Da bordo del Grand Soleil 37 Sagola Biotrading, scrive Paolo Codeluppi: “La partenza scandita alle ore 11 dal porto della Valletta ha visto un pubblico impressionante assiepato su strade e contrafforti circostanti. Arie leggere di direzione variabile hanno segnato una partenza tutt’altro che semplice. Nella moltitudine degli oltre centoventi scafi contenuti nell’area portuale iniziano le procedure. A pochi secondi dal via Duffy, Dufour 34 Performance e Sagola-Biotrading, GS 37 dell’armatore Peppe Fornich, scattano davanti. Le due imbarcazioni, fra le più piccole iscritte ma fra le più agili si tolgono d’impiccio avviandosi verso l’uscita del porto.
Usciamo primi dal porto e scapoliamo rapidamente le due boe di disimpegno per mettere la prua su capo passero. Il resto del gruppo rimane indietro di alcuni minuti. E’ una grande emozione riuscire a partire in questo modo davanti a barche ben blasonate. In mare aperto si aprono due scuole di pensiero: quelle che procedono su rotta e quelli che poggiano pesantemente per far correre la barca prevedendo un rotazione da ponente a nord est.
Percorriamo le 55 miglia che ci separano con angoli da gennaker e code 0 ad una velocità fra i 7 e i 9 nodi. L’aria leggera non ci consente di andare oltre. Nel frattempo arrivano tutti i mostri. Esimit, lontano sottovento sembra un motoscafo. Dopo un paio d’ore, Vicini a noi sfilano un vor 70 lasciandoci acqua piatta e vortici per oltre 500 metri; neanche fosse un vaporetto…arrivano ma scalze latino, shockwave e altri regata importanti.
La notte, in parte di calma, riallinea tutti. Esimit, rimane in testa in reale seguito dalle grandi imbarcazioni. La maggiore parte delle imbarcazioni si trova annidata nello stretto in una manciata di miglia. Per ora siamo primi IRC overall. Ma la regata e’ lunga e il nodo delle Eolie, che raggiungeremo a notte, e’ sempre stato nevralgico”.
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2 commenti su “Nella Middle Sea più dura di sempre, ha vinto un piccolo J-122”
Siete stati eccezionali…e anche umili difronte alla potenza del mare e del vento!
Pingback: La Middle Sea? Ma che tempesta, solo una crociera bagnata!