Volvo Ocean Race: inizia la grande avventura
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Ci siamo. Con la in-port race di Alicante (Spagna) inizia ufficialmente la Volvo Ocean Race, il giro del mondo in equipaggio a tappe (dal 4 ottobre al 27 giugno del 2015). Ne abbiamo parlato tanto, ora si inizia davvero! Vediamo il nuovo percorso della VOR, i team partecipanti, questi Volvo Ocean 65 nati dalla matita di Farr che introducono per la prima volta il concetto di pura monotipia in una regata intorno al mondo. Chissà chi vincerà: le ragazze di Team SCA, i giovanotti di Team Alvimedica, su cui è imbarcato il nostro Alberto Bolzan, o magari qualche sorpresa, come i cinesi di Dongfeng Race Team o gli arabi di Abu Dhabi Ocean Racing (che di arabo hanno ben poco, visto che a bordo c’è un solo membro proveniente dagli EAU)? E soprattutto: riusciranno i nostri eroi a regatare senza continue avarie e disalberamenti, come era accaduto nella scorsa edizione della regata?
IL PERCORSO
Guardate la cartina qua a lato, che illustra il percorso della Volvo Ocean Race 2014-15: inizia il 4 ottobre ad Alicante, in Spagna, per concludersi il 27 giugno 2015 a Goteborg (Svezia). Undici porti (se si conta il “pit-stop” all’Aia), nove tappe, per un totale di 38.739 miglia. Tanto è cambiato rispetto alla prima edizione della Whitbread Round The World Yacht Race, che nel 1973 vide schierate, sulla linea di partenza di Portsmouth, 17 barche (e 167 persone): allora le tappe erano soltanto quattro, 27.500 miglia in tutto. Portsmouth, Città del Capo, Sydney, Rio de Janeiro e ritorno a Portsmouth. Senza limiti di sicurezza, senza waypoint vincolanti (come è accaduto invece nelle ultime edizioni): liberi tutti, a proprio rischio e pericolo, di superare i “Quaranta Ruggenti” e i “Cinquanta Urlanti”. Il giro del mondo che ci apprestiamo a seguire sarà diverso, con una rotta che si discosta molto da quella che in origine era stata studiata per seguire idealmente il traffico dei velieri commerciali del XIX secolo. Principalmente per ragioni di marketing e spettacolarizzazione dell’evento, che fanno storcere il naso ai vecchi lupi di mare. Con l’ingresso di Volvo come main sponsor dell’evento (avvenuto nel 2001), si è reso necessario moltiplicare le tappe europee (Francia e Svezia, ad esempio, sono i due mercati insieme alla Germania più remunerativi per la casa automobilistica scandinava) e aggiungere scali in linea con la nuova “geografia”: paesi emergenti, come Emirati Arabi Uniti e Cina si sono candidati a futuri templi della vela mondiale, con buona pace delle “storiche” Sydney e Portsmouth (lo stop a Città del Capo invece è l’unico scalo in comune con le prime edizioni). Nonostante questo, il giro del mondo conserva tutto il suo fascino. Rimane una grande sfida tra uomini: in passato era una sfida a chi sarebbe arrivato a destinazione, ora non basta più. Adesso bisogna vincere, a tutti i costi: a iniziare dalle in-port race previste ad ogni scalo, il cui punteggio servirà a determinare soltanto le classifiche collaterali delle inport series ma che faranno da ago della bilancia in caso di parità di punteggio nelle tappe lunghe. Solo il vincitore resterà nella storia.
IL RICHIAMO DEL DIO OCEANO
“Regata con pericolo di morte. Vietato fare errori. Iscrivetevi alla Whitbread e girerete il mondo. Per nessuna paga e rischiando la vita. Per un trofeo. Marinai, dovete essere dei pazzi”. Così titolava un giornale inglese alla vigilia dell’edizione 1989-90 della Whitbread. Oggi partecipare alla Volvo è diventato un lavoro, oltre che il sogno di ogni velista. Un durissimo lavoro: cibi liofilizzati, spazi ristretti, poche ore di sonno, mal di mare, 40 giorni senza potersi cambiare d’abito. E la certezza che un errore potrebbe costarti la vita. Soldi a parte, il dubbio che questi alieni in cerate ultratecnologiche siano un po’ fuori di zucca è rimasto. Ma il richiamo del dio Oceano è troppo forte. Ha sintetizzato bene il concetto Alain Gabbay, skipper che prese parte a tre edizioni del giro del mondo, quando gli chiesero se pensasse mai alla morte mentre navigava con 70 nodi d’aria tra gli iceberg: “Prima toglietemi una curiosità – rispose Gabbay – voi pensate mai alla morte mentre state facendo l’amore con un dio?”.
LE BARCHE
La grande novità dell’edizione 2014-15 della Volvo Ocean Race è rappresentata dalle barche. Per la prima volta si correrà in perfetta monotipia. I VO65 sono stati progettati dallo studio Farr e realizzati da un consorzio di quattro cantieri che hanno preso in carico diverse parti del processo costruttivo sulla base delle loro specializzazioni: l’italiano Persico ha costruito gli scafi, il francese Multiplast le coperte, lo svizzero Decision le strutture e l’inglese Green Marine si è occupato dell’assemblaggio finale e della consegna. Le vele sono firmate da North Sails. La scelta della monotipia è stata dettata innanzitutto dalla necessità di contenere i costi: una soluzione che ha permesso iscrizioni all’ultimo minuto, come quella del team danese Vestas Wind, annunciata a poco più di un mese dalla partenza. Rispetto ai predecessori VOR70, questi 65 piedi nascono all’insegna di una maggiore solidità, in modo da scongiurare gli incidenti e i danni registrati scorsa edizione. Lunghi 20,37 metri e larghi 5,60, i VO65 hanno un pescaggio di 4,78 m e pesano 12,5 tonnellate, per un equipaggio di 8 persone.
I TEAM PARTECIPANTI
ABU DHABI – Il team di Abu Dhabi Ocean Racing sarà anche in questa edizione capitanato da Ian Walker: lo skipper britannico 44enne era stato già al timone di Azzam (in arabo, “determinazione”: il nome dello scafo, come da buona tradizione marinara, non ha subito cambiamenti) alla Volvo 2011/12, chiudendo al quinto posto. Completano l’equipaggio Adil Khalid, Daryl Wislang, Justin Slattery, Luke Parkinson, Phil Harmer, Roberto Bermudez De Castro, Simon Fisher e l’onboard reporter Matt Knighton.
TEAM BRUNEL – Difficile parlare di team favoriti quando si regata con barche perfettamente monotipo: possiamo però dire che gli olandesi di Team Brunel hanno dalla loro la grande esperienza dello skipper, Bouwe Bekking. Nato nel 1963, Bekking è al suo settimo giro del mondo (prese parte alla sua prima Whitbread nell’edizione 1985/86). Assieme a lui, a bordo, Andrew Cape, Gerd-Jan Poortman, Jens Dolmer, Laurent Pagès, Louis Balcaen, Pablo Arrarte, Rokas Milevicius e Stefan Coppers.
TEAM ALVIMEDICA – Il team sostenuto dal colosso turco Alvimedica, all’interno del quale milita anche il nostro Alberto Bolzan, è il più giovane di questa VOR: lo skipper, l’americano Charlie Enright, ha 30 anni. Gli altri membri del team sono Dave Swete, Mark Towill, Matt Noble, Nick Dana, Ryan Houston e Will Oxley. Il media crew member è Amory Ross, già imbarcato su Puma alla scorsa Volvo. L’equipaggio, probabilmente quello con meno esperienza, ha potuto contare però su una buona e studiata preparazione.
DONGFENG – Chissà se anche quest’anno i cinesi faranno la figura dei “materassi”, come era accaduto a Team Sanya nel corso della VOR 2011/12. Le premesse lasciano intendere il contrario: a iniziare dallo skipper di assoluta qualità, Charles Caudrelier (40 anni). Il velista bretone è stato uno degli uomini chiave nella vittoria di Groupama 4 alla scorsa Volvo. Oltre a lui, il Dongfeng Race Team conta sui servigi di Eric Peron, Kevin Escoffier e i cinesi Cheng Ying Kit, Jin Hao Chen, Jiru Yang, Kong Chencheng, Liu Ming e Liu Xue.
TEAM MAPFRE – Gli spagnoli sono stati i penultimi a iscriversi, ma puntano in alto. La lista dell’equipaggio, oltre allo skipper Iker Martínez e all’inseparabile compagno Xabi Fernández (insieme vinsero l’oro 49er a Atene 2004), prevede Michel Desjoyeaux, due volte vincitore del Vendée Globe. André Fonseca, Anthony Marchand, Antonio Cuervas-Mons, Carlos Hernández, Nicolas Lunven, Rafael Trujillo Villar e Sam Goodchild. Onboard reporter l’argentino Francisco Vignale.
TEAM SCA – Era dal 2001 che non si vedeva un team femminile al giro del mondo (Amer Sports Too). Ci riprovano le ragazze di Team SCA, battente i colori svedesi: non c’è un vero e proprio skipper, ma tante esperte navigatrici che si alterneranno a bordo. Sam Davies (nella foto), Abby Ehler, Annie Lush, Carolijn Brouwer, Dee Caffari, Justine e Elodie Mettraux, Libby Greenhaigh, Liz Wardley, Sally Barkow, Sara Hastreiter, Sophie Ciszek e Stacey Jackson, con Corinna Halloran come onboard reporter.
TEAM VESTAS WIND – Last, but not least. La Danimarca ha annunciato la sua partecipazione molto tardi, con l’esperto Chris Nicholson (45 anni, alla sua quinta Volvo) come skipper del Team Vestas Wind. Essendo gli scafi one design, la barca non dovrebbe presentare problemi, ma la compagine dovrà lottare non poco per colmare il divario in fase di preparazione. A bordo assieme all’australiano ci saranno anche Maciel Cicchetti, Nicolai Sehested, Peter Wibroe, Rob Salthouse, Tom Johnson, Tony Rae e Wouter Verbraak. Brian Carlin sarà l’onboard reporter.
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