Cannes 2014. Grand Soleil volta pagina. Più qualità e nuove barche sorprendenti
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I Saloni sono anche l’occasione di confrontarsi con i protagonisti della nautica. A Cannes abbiamo incontrato Fabio Planamente, general manager del Cantiere del Pardo, che ci racconta la svolta del cantiere, dai travagli societari alla nascita della nuova linea Long Cruise. Senza dimenticare i miglioramenti qualitativi realizzati ascoltando i consigli dei clienti e il legame con Sly Yachts.
Quarant’anni e tremilaottocento barche dopo il Cantiere del Pardo volta pagina. Per la prima volta nella sua storia, nata nel 1974, il produttore dei Grand Soleil lancia una seconda linea di prodotti che si affianca alla storica “Performance”, cinque modelli da 39 a 54 piedi.
La novità, che si potrà vedere fisicamente al Salone di Dusseldorf a metà gennaio 2015, si chiama LC, acronimo di Long Cruise. Si parte con un 46 piedi (poco meno di 15 metri) e se il buongiorno si vede dal mattino, sembra proprio che il nuovo management l’abbia azzeccata, sulla carta sono state già vendute tre barche, due in Italia e la terza all’estero. Ma il 46 non rimarrà solo, entro fine 2015, toccherà l’acqua anche un fratello più piccolo, mentre bisognerà aspettare il 2016 per il modello più grande.
Anche la gamma storica, Performance, nel 2015 si arricchirà di un nuovo GS sui 56/57 piedi (17/18 metri) che, assicurano, avrà un prezzo particolarmente allettante.
Siamo curiosi di saperne di più sul nuovo corso di Grand Soleil ed è il General Manager di Grand Soleil Fabio Planamente, torinese appassionato di vela e di montagna, con una solida carriera di manager nel mondo della nautica a vela e una fresca qualifica di vicepresidente dell’UCINA (l’associazione che raduna le aziende italiane del settore) che ci racconta cosa sta accadendo all’interno del cantiere italiano. A partire dall’acquisizione della proprietà della famiglia Trevisani, che già possedeva il marchio Sly Yachts.
Già che ci siamo, per interrompere malevole chiacchiere di banchina gli chiediamo, innanzitutto, di ripercorrere le vicende societarie degli ultimi anni del cantiere di Forlì, per la verità un po’ travagliate.
Pianamente, che ha vissuto tutte le fasi calde della vicenda, ripercorre le tappe che hanno portato alla nuova proprietà. A fine 2010 Grand Soleil (che ha in pancia anche la proprietà della francese Dufour Yachts) viene acquistato dal fondo d’investimento americano Oaktree che già possiede la tedesca Bavaria.
L’idea di Oaktree è quella di occupare il mercato della nautica a vela con tre marchi complementari: Bavaria per la fascia della crociera pura con ottimo rapporto qualità/prezzo, Dufour con prodotti qualitativamente più elevati ma della stessa topologia di Bavaria e poi Cantiere del Pardo/Grand Soleil, la punta di diamante con barche performanti di alta qualità e dall’estetica ricercata. Bella idea, ma la strategia si scontra con il mercato che, a dispetto di tutte le analisi, non riparte dopo la crisi iniziata nel 2008, anzi si aggrava.
Così, nell’autunno 2012 il fondo americano decide di concentrarsi solo su Bavaria e mette in vendita Grand Soleil e Dufour. Il cantiere italiano passando attraverso un concordato preventivo che lo mette in condizione di essere venduto, a fine 2013 viene acquisito dalla famiglia Trevisani, scelta dal tribunale tra altri tre potenziali acquirenti. Intanto Dufour si sfila dalla complicata girandola azionaria, la maggioranza viene acquisita dall’italiano Salvatore Serio, che era già amministratore delegato del cantiere francese, insieme a sei manager interni.
Il nuovo proprietario di Grand Soleil, la famiglia Trevisani, è ben conosciuto nel territorio romagnolo per essere il maggiore azionista del gruppo Trevi che ha sede a Cesena, pochi chilometri da Forlì. Trevi non è un gruppo da poco, è quotato alla Borsa di Milano con oltre un miliardo e cento di fatturato nel 2012, leader mondiale nel campo delle perforazioni del sottosuolo di qualsiasi genere, dalla ricerca del petrolio e dell’acqua, alla costruzione di parcheggi sotterranei e dighe, con oltre 6.000 dipendenti in oltre 40 paesi.
Ma la storia che lega la famiglia romagnola a Grand Soleil ha anche altre radici che non sono solo legate al puro business, ma anche alla passione che è sempre il vero collante per chi decide di investire in un settore così difficile come la nautica. Galeotto fu appunto un Grand Soleil, la prima barca importante dei Trevisani è stata infatti un GS 46.3 acquistato nel 2002. Da qui il legame affettivo con il cantiere italiano. Ed è anche una storia di passione per la vela l’acquisizione nel 2010 del cantiere Sly Yachts, che produce modelli sportivi da 38 a 61 piedi.
Una delle prime azioni del nuovo corso, come ci racconta Fabio Planamente, è stata la concentrazione della produzione dei due marchi nello storico cantiere di Forlì del Cantiere del Pardo, la più grande unità produttiva in Italia con una superficie di oltre 20.000 mq.
LA NOSTRA PROVA DEL GRAND SOLEIL 39
Il General Manager ci tiene a sottolineare che il nuovo corso di Grand Soleil non è caratterizzato solo dal lancio della nuova linea Long Cruiser che parte con il 46 piedi LC 46. Liberi dai vincoli del legame “tutto numeri” del precedente proprietario, sfruttando le capacità delle maestranze e della tecnologia delle strutture del cantiere anche i modelli attualmente in produzione sono in costante miglioramento qualitativo.
“Abbiamo ascoltato e recepito i consigli di centinaia di nostri clienti” sottolinea Planamente” e li abbiamo tradotti in migliorie qualitative ed estetiche sull’intera gamma. Anche con interventi che sembrano banali, ma fanno la differenza, come l’aggiunta di finiture in massello o l’utilizzo di vernici naturali più porose che esaltano la qualità dei legni usati negli interni. Merito di questo lavoro, alla ricerca di una qualità più percepibile è anche di Stefano Marinoni, direttore tecnico e di produzione, un grandissimo competente ed appassionato”.
Quando chiediamo qualcosa di più sulla nuova linea LC, Planamente si illumina ancor di più. Pone l’accento sulla scelta dei partner che affiancano il cantiere forlivese. Sono il top della tanto decantata eccellenza del Made in Italy. Le linee d’acqua sono opera di Marco Lostuzzi, che ha progettato barche veloci come gli Sly, Millenium e Arya 415, mentre il design degli interni è di Nauta Yachts, leader mondiale in questo campo con clienti come Beneteau, Southern Wind, Lagoon.
“LC 46 sarà una barca sorprendente, studiata in ogni dettaglio. Innovativa ma rispettosa della tradizione dei canoni dello yachting.” afferma con sicurezza.
Lo provochiamo: “Sì ma quel rollbar , pur utilissimo e multifunzione non farà storcere il naso agli affezionati di Grand Soleil”. Planamente non ha dubbi: “Sapremo far ricredere anche i nostri clienti più legati alla tradizione. Quel rollbar così utile e integrato nel design diventerà un punto di forza dell’LC 46. Statene certi”.
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5 commenti su “Cannes 2014. Grand Soleil volta pagina. Più qualità e nuove barche sorprendenti”
Buongiorno direttore Oriani,
mi rivolgo a lei in quanto responsabile della testata.
Sono perplesso nel constatare che pubblichiate delle cose false, o meglio che lasciate passare informazioni tendenziose.
L’articolo, non firmato, riporta la domanda implicita che fate al cantiere: “Già che ci siamo, per interrompere malevole chiacchiere di banchina gli chiediamo, innanzitutto, di ripercorrere le vicende societarie degli ultimi anni del cantiere di Forlì”.
Viene data ampia risposta che lascia intendere il fatto che il cantiere sia passato di proprietà con un concordato omologato dal tribunale di Forlì. L’informazione è sbagliata, il concordato preventivo è stato revocato, è non c’è al momento nessun accordo o nuovo piano di concordato alternativo proposto e/o approvato. A fine 2013 è vero che era stato aperto un piano di concordato, ma che è stato revocato a giugno! Questi sono atti pubblici, è inammissibile che una testata giornalistica permetta di diffondere informazioni errate. Cosa succede se durante il salone nautico di Genova un acquirente dopo aver letto le informazioni che lasciate passare decidesse di firmare assegno come caparra per un ordine di una barca e poi il cantiere non riuscisse a presentare un nuovo piano di concordato accettato dal tribunale, dovendo quindi fallire? Perderebbe la sua caparra!
Si trovano tracce di quanto scrivo anche con una semplice ricerca con un motore web (http://www.fallimenti.it/92/no-concordato-preventivo-per-i-cantieri-del-pardo-1342), ma ritengo che, trattandosi di documenti pubblici, abbiate l’obbligo di verificare le informazioni prima di pubblicarle.
In questo modo non fate l’interesse dei vostri lettori, ma solo pubblicità ad un cantiere che, ad oggi, non è in grado di produrre barche.
Speranzoso in un chiarimento pubblico, le invio i miei più cordiali saluti
Marco
Gentile Marco,
a differenza di quanto lei afferma prima di pubblicare abbiamo controllato le affermazioni che abbiamo espresso nel testo a cui lei fa riferimento. Non le abbiamo esplicitate solo per brevità giornalistica. L’attività del Cantiere del Pardo non si è mai interrotta e opera attraverso la Cantiere del Pardo SpA che ha ottenuto dal Tribunale di Forlì l’affitto del ramo di azienda dalla “vecchia” società. Il web, poi, fa brutti scherzi. Lei cita un testo pubblicato su un sito poco aggiornato che ha ripreso un vecchio articolo di fine giugno da un quotidiano locale. Prima che fosse omologato l’affitto di ramo d’azienda sopracitato, che ha dato certezza di attività e garanzie all’acquirente.
Luca Oriani
Gentile Direttore,
La ringrazio per la risposta.
Innanzitutto vorrei farle notare come la sua risposta contraddice in parte l’articolo.
Si riporta:
“Siamo curiosi di saperne di più sul nuovo corso di Grand Soleil ed è il General Manager di Grand Soleil Fabio Planamente, torinese appassionato di vela e di montagna, con una solida carriera di manager nel mondo della nautica a vela e una fresca qualifica di vicepresidente dell’UCINA (l’associazione che raduna le aziende italiane del settore) che ci racconta cosa sta accadendo all’interno del cantiere italiano. A partire dall’acquisizione della proprietà della famiglia Trevisani, che già possedeva il marchio Sly Yachts.”
e come risposta:
“Il cantiere italiano passando attraverso un concordato preventivo che lo mette in condizione di essere venduto, a fine 2013 viene acquisito dalla famiglia Trevisani, scelta dal tribunale tra altri tre potenziali acquirenti.”
Mi sembra che acquisizione ed affitto di ramo di azienda siano due cose ben distinte, questo è bene sottolinearlo ed è bene che i lettori ne siano a conoscenza.
L’importante, infatti, è la correttezza dell’informazione.
In secondo luogo, fa riferimento ad un articolo di giornale da cui il sito, poco aggiornato, avrebbe preso l’informazione.
Il sito non è poco aggiornato, l’articolo è uscito (qui http://www.corriereromagna.it/news/forli/5200/I-Cantieri-del-Pardo-rischiano-il.html) e riporta informazioni corrette.
I fatti sono che il decreto emesso in data 4 Dicembre 2013, che ha di fatto aperto la procedura di concordato, per il piano di concordato preventivo depositato dalla Cantiere del Pardo Holdings srl in data 11 Aprile 2013 presso il tribunale di Forlì, è stato revocato dal tribunale stesso in data 9 Giugno 2014.
Non esiste in questo momento alcun altro piano di concordato depositato, nè tantomeno procedura di concordato in essere.
Tutti noi ci auguriamo che Cantiere del Pardo possa rinascere e lavorare bene, riportando un prestigioso marchio del passato sulla scena moderna della nautica, però è importante spiegare bene cosa sta succedendo!
La prego di voler essere un po’ più preciso nello specificare quali informazioni avete verificato e come le avete verificate.
I dati che le ho specificato sono pubblici e verificabili, mi fornisca dati pubblici e verificabili che il piano di concordato è stato approvato ed omologato dal tribunale, che quindi l’affitto di ramo di azienda si potrà concludere con una acquisizione senza alcun rischio.
La verità è che nessuno può sapere cosa succederà in futuro, perché andrà proposto un nuovo piano di concordato che potrà, con tempi molto lunghi, essere omologato o nuovamente rifiutato. Nella seconda malaugurata ipotesi il cantiere fallirebbe, questo credo debba essere noto ai suoi lettori.
La ringrazio per le spiegazioni verificabili che vorrà darmi.
Saluti
Marco
Gentile Marco,
ieri, dopo la sua richiesta di ulteriori precisazioni, ho contattato direttamente i responsabili chiedendo chiarimenti riguardo alla vicenda, così da avere la risposta da una voce “ufficiale” e non giornalistica.
Ecco qui sotto la risposta che ci ha inviato il presidente, Marco Casadei.
Cordiali Saluti
Luca Oriani
“Il primo concordato prevedeva, tra le altre cose, un affitto di Ramo d’azienda per la Società interessata all’acquisto dell’azienda, affitto di durata annuale rinnovabile e assolutamente indipendente dall’omologa o meno del primo concordato. Una volta si fosse verificata l’omologa del primo concordato, l’affitto si sarebbe trasformato in acquisto di Ramo d’azienda con le modalità previste nell’offerta vincolante presentata. Il contratto di affitto di Ramo d’azienda prevede la durata minima di 1 anno, rinnovabile con semplice accordo delle parti e prevede tutte le clausole relative alla protezione sia di chi compra che di chi vende, incluso il poter usare il marchio per tutta la durata dell’affitto e fino a completamento di ogni singola imbarcazione.
Quanto dichiarato quindi dal lettore, che si dice ben informato, è assolutamente falso e tendenzioso. Vorrei invitare lo scrupoloso lettore a verificare se in data 10 settembre ’14 sia stato depositato o meno un decreto (N.R.G. 26/2014) presso il Tribunale di Forlì contenentel’ammissione ad un nuovo concordatoper la Società Cantiere del Pardo Holdings s.r.l. Se ciò fosse vero, lo scrupoloso lettore ben informato dovrebbe ricredersi.
Il decreto consentirà alla scrivente di acquistare il ramo d’azienda attualmente in affitto, secondo le modalità previste dalla legge italiana.
Tutto è alla luce del sole ed a disposizione di chiunque abbia il piacere di vedere risorgere una realtà italiana fatta da persone che lavorano per l’eccellenza italiana”.
Saluti
Marco Casadei
Gentili Luca Oriani e Marco Casadei,
vi ringrazio per la risposta e l’interessamento.
Nella sostanza la risposta conferma quanto sostengo, ovvero che il cantiere non è stato acquisito e che ci saranno delle fasi future di negoziazione tra le parti (fornitori, creditori, trinunale, pretendente acquirente) che definiranno se e come il cantiere potrà essere acquisito.
Rimane il fatto che l’articolo riporta una informazione totalmente errata e questo è stato, nella sostanza non nella forma, smentito sia da Luca Oriani che da Marco Casadei. Questo sarebbe, a mio avviso, opportuno fosse fatto notare senza attaccarmi con facili sarcasmi del tipo “il lettore ben informato”.
Mi auguro, come ho scritto, che il cantiere possa rinascere e possa tornare a fare barche di qualità come faceva negli anni 80 (sono armatore di un grand soleil di quegli anni, barca meravigliosa!), penso però che l’Italia abbia bisogno di informazione corretta, che debba tornare la trasparenza e la professionalità che si è persa negli anni.
Vi auguro buon vento
marco