Dal deserto della Namibia al trionfo a Minorca. L’incredibile storia di Namib
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Pietro Bianchi voleva comprarsi un gozzo in legno per andare a fare il bagno con la famiglia lungo il litorale ligure, ma una serie di coincidenze l’hanno portato a trionfare over all nella categoria “classiche” della tappa menorchina del trofeo Panerai appena conclusa. Immaginate un appassionato di viaggi nei deserti della Namibia, un avvocato che preferisce i deserti al foro, che un bel giorno nel 2010 decide, senza aver mai messo piede in barca, di comprarsi un Sangermani del 1967, rimetterlo a posto e cominciare e regatare coinvolgendo quattro cugini, anche loro quasi del tutto estranei al mondo della vela. Un’idea particolare, quella di iniziare da una barca d’epoca, un mezzo che richiede cura ed esperienza, invece che lanciarsi su una barca moderna, facile e comoda.
UNA SERIE DI INTERESSANTI COINCIDENZE
Il tutto seguendo un serie di interessanti coincidenze: una passeggiata nel porto di Varazze dove scopre lo scafo in legno in uno stato di semi-abbandono “non avevo le idee chiare” mi racconta “cercavo solo una barca in legno, perché è un materiale che amo molto, ma ero completamente estraneo al mondo della nautica, così mi sono fatto consigliare da un amico. Le barche in vetroresina non le ho nemmeno prese in considerazione”; poi la lettura di un articolo del nostro giornale che lo collega a Davide Besana che su quella barca navigava da bambino e che decide di aiutare Pietro nella gestione del Namib (così viene ribattezzata la barca) e nella formazione di un equipaggio che potesse provare a regatare.
“CHI È MAURO PELASCHIER?”
Dopo un restauro durato dal 2010 al 2012 la barca e’ pronta: membri fissi dell’equipaggio sono tre cugini di Pietro Bianchi, anche loro alla prime armi. Era necessario però un cambio d marcia per poter regatare, così Davide Besana decide di proporre a Bianchi un “affare d’oro”: “ci sarebbe la possibilità di avere in barca Mauro Pelaschier”, “e chi è ?”. Dopo una lezione di storia della vela, Pietro si convince e coinvolge Mauro, “il maestro”, come lo chiamano a bordo. A Mahon ho regatato con loro, insieme abbiamo vinto overall nella categoria “classiche”, sono stati quattro giorni meravigliosi, non solo per la splendida vittoria ma perché questo equipaggio e’ protagonista di uno degli aspetti magici della vela. Ovvero la vicinanza e il contatto diretto che c’è fra i grandi campioni e gli appassionati.
COME CREARE UN EQUIPAGGIO VINCENTE DAL NULLA
Nel giro di un anno Mauro e Davide hanno creato dal nulla un equipaggio, e hanno portato a vincere delle persone che in barca non avevano messo mai piede. Regatare insieme a loro è stato davvero divertente: chi conosce Mauro Pelaschier, sa cosa vuole dire navigare con lui: si trasforma in un leone che vuole il massimo da tutti i presenti a bordo. Ama la perfezione, non trascura alcun dettaglio e sa appassionare tutti con la sua fame di vittoria. Riesce ad avere occhi ovunque, mentre beve un sorso di vino bianco (immancabile a bordo) riesce a sentire se la rotta e’ troppo orzata di qualche grado. La barca che non cammina per lui e’ una sofferenza e raramente riesce a trattenere un “poggia Besana,siamo fermi come stoccafissi!” che quando è più ispirato si trasforma in un triestino “pojate Lidia!”. Fiuto, istinto del campione. Durante un lato di bolina con poca aria, dati i continui salti di vento “il maestro” non smetteva di dare consigli a tutti su come fare camminare il più possibile la barca,a un certo esplode una battuta meravigliosa di Besana: “Mauro, se vuoi andare sottocoperta a riposarti un’oretta, posso insultarmi da solo ogni cinque minuti!“. Una bellissima vittoria quindi, in un campo di regata strepitoso.
Il porto di Mahon e’ un vero regalo della natura, un fiordo inattaccabile e perfettamente riparto dove regna ogni giorno un’atmosfera di festa, soprattutto tra le banchine dei velisti e i loro Gin Tonic. Non a caso l’ammiraglio Horatio Nelson aveva casa in questo porto, dal quale comandava tutti dall’alto.
GLI ALTRI VINCITORI
Big Boats: Mariquita
Epoca: Chinook
Epoca Marconi: Sirius
Spirit of Tradition: Calima
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20 commenti su “Dal deserto della Namibia al trionfo a Minorca. L’incredibile storia di Namib”
Mi sa che per vincere questa regata sono serviti di più gli avvocati che preferiscono i mari al foro che non gli skipper e i timonieri…
I “maestri”, quelli veri, sono prima di tutto persone d’onore, gentiluomini, ed io di gentiluomini non ne ho visti a mahon, ho visto una barca (namib) che ha perso sul campo di regata e che ha rubato una vittoria,in modo antisportivo, solo per portarsi a casa l’orologio. Ma hanno perso la faccia. Voi che dite, meglio l’orologio o l’onore?
Proprio un bell’ambientino questo dei regatisti !!!! Per iniziare diciamo pure che coloro che hanno accolto il ricorso sono tacciati di incompetenza o quanto meno di partigianeria ! (ricorsi nella F1 se ne producono spesso). Secondo mi sembra che il clima sia molto più vicino ai bucanieri delle Antille e non a gentiluomini appassionati alla loro barca e con uno spirito più che giustificato di vittoria. Una volta si insegnava ai ragazzi sportivi che “bisogna saper perdere” evidentemente una volta non più ragazzi questo sano insegnamento è stato buttato. Speriamo che la saggezza del “buon marinaio” porti ravvedimenti. Buona fortuna per le prossime regate.
Che coraggio,presentare certificati falsi è “antisportivo”
CARO ALESSANDRO, SONO ANNI CHE REGATIAMO CON LO STESSO CERTIFICATO E MAI ABBIAMO MESSO IN DUBBIO IL LAVORO FATTO DALLO STAZZATORE. QUESTO E’ STATO IL NOSTRO ERRORE !! MA NOI REGATIAMO DA DILETTANTI E PAGHIAMO L’INSESPERIENZA DELLA REGATA. TANTO E’ VERO CHE CON IL CAMBIO DI CERTIFICATO NON E’ CAMBIATO NULLA E SIAMO ARRIVATI COMUNQUE PRIMI ANCHE CON LA RETTIFICA. QUESTO SOLO PER DIMOSTRARE CHE NON C’ERA NESSUN MOTIVO DI TENERE NASCOSTA L’ELICA CHE E’ LI’ SERENA E FELICE DA SETTE ANNI E MAI NE E’ STATO FATTO MISTERO. STAREMO PIU’ ATTENTI AI “CAVILLI” IN FUTURO, ANCHE SE NON E’ QUESTO LO SPIRITO CON CUI ANDIAMO PER MARE. E’ STATA UNA BELLA MANIFESTAZIONE, LA BARCA VA CHE E’ UN PIACERE E CI SIAMO DIVERTITI, E A ME BASTA QUESTO ! VI AUGURO TANTA FORTUNA E CI VEDIAMO PRESTO !
Meglio l’onore, voglio proprio vedere con che faccia questi si presenteranno sul campo di regata a Cannes.
gente che si comporta cosi’ non si vergogna. PERO’ BISOGNA PRENDERSI LA SODDISFAZIONE DI BATTERLI SUL CAMPO, IL RESTO SONO SOLO PAROLE.
Si, si, ci vediamo a Cannes!
Ci sono anche i cattivi maestri…
dovrebbero vergognarsi ! hanno rovinato la “grande bellezza” di queste regate d’epoca organizzate dalla PANERAI. E’ una manifestazione dove non ci sono professionisti , dove lo spirito e’ quello di chi si mette in gioco per il piacere di regatare tra gente per bene solo per passione e non per alti scopi. Sono armatori che amano questi gioielli del mare e li preservano con cura e non li “stressano” ma li sublimano facendoli navigare ancora e bene a dispetto degli anni che passano. Sapere che lo spirito non e’ più’ questo fa passare la voglia di partecipare perché’ non si lotta ad armi pari.
Mauro dici bene, arriva il primo avvocato parmigiano che si compra una barca perché gli piace il legno, mette a bordo due fenomeni (professionisti?) e vince in tribunale… questa è la grande bellezza… li aspettiamo sul campo di regata ad armi veramente pari.
………che d
NON E’ TUTT’ORO QUELLO CHE LUCCICA !
“CORRETTO NAVIGARE
Una barca ed il suo proprietario devono gareggiare nel rispetto dei principi riconosciuti di sportività e correttezza. Una barca può essere penalizzata a norma di questa regola soltanto se risulta chiaramente che detti principi sono stati violati. Una squalifica in base a questa regola non potrà essere scartata dai punteggi della serie di prove della barca.”
Ammettete pubblicamente di aver gareggiato diversi anni con dei dati sbagliati vi fa “onore” ma dovreste solo chiedere scusa e non attaccare chi ha regolarmente esercitato il proprio diritto sportivo.
Che storia avvincente !!! Penso a quale indimenticabile esperienza abbiano vissuto armatore ed equipaggio con uno Skipper come Mauro Pellaschier che ricordo ancora per la semplicità e simpatia quando insieme ad Renzo Zavatta mi consegnarono un Comet, il COMET 101, a Cesenatico…………
LEGGENDO QUESTO ARTICOLO, E GIA’ PRIMA DURANTE GLI ACCADIMENTI SPIACEVOLI DI QUESTE REGATE DI MAHON, COME ARMATRICE DI BUFEO BLANCO, HO SENTITO COME UNA PUGNALATA AL CUORE, UN TRADIMENTO A QUELLA CHE E’ PER ME LA MIA TERZA FIGLIA, LA MIA BARCA CHE CON TANTO AMORE SETTE ANNI FA ABBIAMO RESTAURATO CON LA SOLA VOLONTA’ DI FARLA NAVIGARE ANCORA E CHE OSPITASSE LA NOSTRA FAMIGLIA NEL SUO PREZIOSO GUSCIO DI LEGNO IN GIRO PER IL MEDITERRANEO. LUNGI DA NOI L’IDEA CHE POTESSE REGATARE, DOVEVA ESSERE LA MIA ISOLA PRIVATA PER LE NOSTRE VACANZE ESTIVE. ACCESSORIATA DI OGNI COMFORT, PER QUANTO POSSIBILE SU UNA BARCA D’EPOCA, DALL’ARIA CONDIZIONATA AL DESALINATORE, DALLA GHIACCIAIA ALLA CUCINA BASCULANTE, DAL QUADRO TARDO OTTECENTESCO DI CAPRI VISTA DA PUNTA CAMPANELLA AD UN’ELICA NUOVA PERCHE’ LA VECCHIA ERA INUTILIZZABILE E OGNI VEZZO CHE UNA MAMMA PUO’ REGALARE ALLA SUA BAMBINA: CUSCINI, TOVAGLIE LENZUOLA, POSATE, BICCHIERI, INSOMMA UNA BARCA AMATA DA UNA DONNA E VISSUTA DALLA SUA FAMIGLIA. POI PER GIOCO ABBIAMO PARTECIPATO AD ALCUNE REGATE CON GLI AMICI E LA COSA E’ STATA DIVERTENTE, BELLE BARCHE, BELLA GENTE, NUOVE AMICIZIE E UNA NUOVA PASSIONE: LE BARCHE D’EPOCA, TUTTE !
QUESTA MANIFESTAZIONE DA A TUTTI NOI IL PRIVILEGIO DI VEDER VELEGGIARE DELLE VECCHIE SIGNORE MAGNIFICAMENTE CURATE O ALTRE SPLENDIDAMENTE VISSUTE MA CHE NON PERDONO IL LORO ALLURE.
ECCO PERCHE’ MI SENTO OFFESA, PERCHE’ QUESTE REGATE NON SONO LA COPPA AMERICA, LE BARCHE CHE PARTECIPANO QUI SONO BARCHE BELLISSIME E NORMALI PORTATE DA GENTE NORMALE. E MI DISPIACE MOLTISSIMO VEDERE CHE LO SPIRITO GOLIARDICO SI SIA INFRANTO IN QUESTO MODO. SE IL SIGNOR BESANA MI AVESSE CHIESTO :” FRANCESCA, MA VOI AVETE L’ELICA TAL DEI TALI?” IO AVREI RISPOSTO SEMPLICEMENTE ” SI, NON E’ UN MISTERO “, NON C’ERA BISOGNO DI SCOMODARSI A FARE LE RIPRESE SUBACQUEE DI NASCOSTO CON LA GO PRO COME TESTIMONIANZA, NON SIAMO MICA LUNA ROSSA, NOI SIAMO QUI PER DIVERTIRCI E FARE LA NOSTRA REGATA NEL MIGLIORE DEI MODI, SENZA CAMBIARE L’ASSETTO DELLA BARCA, SENZA SNATURARLA E LASCIANDOLA ESSERE QUELLO CHE E’, PER QUELLO CHE PUO’ ESPRIMERE PERCHE’ E’ UNA BARCA DA CROCIERA DEL 1963, NULLA DI PIU’.
MI E’ DISPIACIUTO MOLTO PER QUANTO E’ SUCCESSO, NON PER IL RISULTATO (DUE PRIMI POSTI E UN SECONDO, NONOSTANTE LA RETTIFICA DEL CERTIFICATO, SONO UN GRAN BEL RISULTATO MORALE) MA PER LA PERDITA DELLO SPIRITO CONVIVIALE CHE HA SEMPRE CARATTERIZZATO QUESTA MANIFESTAZIONE E POI PER LA BASSEZZA DELLA PROTESTA FATTA SENZA PREAVVISO SOLO DOPO IL SECONDO GIORNO E IL SECONDO PRIMO POSTO DI BUFEO CHE AVEVA ORMAI COMPROMESSO LA EVENTUALE VITTORIA DI NAMIB.
LA MIA BUFEO E’ UNA BARCA ONESTA, IMPREPARATA RISPETTO A CERTI SQUALI CHE GIOCANO ALTO, MA ONESTA E LA SQUALIFICA E’ STATA ASSOLUTAMENTE IMMERITATA COSI’ COME IMMERITATA E’ STATA LA VITTORIA DI NAMIB.
MA LO SPORT E’ ANCHE QUESTO, E NON SEMPRE VINCE IL MIGLIORE. E VA BENE COSI’.
MA, A MIO AVVISO, LA COSA PEGGIORE E’ UN’ALTRA:
HO VISTO GIA’ ALTRE BARCHE VINCERE TANTO, AVERE GLI SPONSOR, ESSERE DELLE GRAN BARCHE DA REGATA MA POI APPENA FINISCE LA FESTA E I RIFLETTORI SI SPENGONO NESSUNO LE CURA PIU’, NESSUNO LE AMA PIU’ E NESSUNO LE VIVE PIU’. PENSO A “KIPAWA”, BELLISSIMO SCAFO BLU CHE ORA CHISSA’ DOVE MARCISCE.
ECCO, DI TUTTA QUESTA FACCENDA, VISTI I RISVOLTI MERAMENTE OPPORTUNISTICI, MI PREOCCUPO PER LEI, NAMIB”. QUANDO BESANA E PELASCHIER AVRANNO, FORSE, VINTO IL LORO CAMPIONATO, CHE NE SARA’ DI NAMIB? LA AMERANNO ANCORA? E CHISSA’ SE LA AMANO ADESSO.. SPERO DI CUORE CHE, SPENTI I RIFLETTORI, L’AVVOCATO, CHE AMA PIU’ IL DESERTO CHE IL FORO, CONTINUI AD AMARE ANCORA LA SUA BARCA.
FRANCESCA MARINO
Ciao a tutti, premetto che non sarò breve.
Mi chiamo Luigi Romenghi e sono l’amico che ha fatto acquistare il Sangermani a Pietro. E’ stato amore a prima vista anche se la povera AntaresIII (così si chiamava) era in condizioni penose.
Abbiamo personalmente fatto e curato il restauro durato appunto due anni. Lo scopo era quello di navigare e fare brevi crociere nel mar Ligure dove io e Pietro andiamo da anni (Monterosso). E così è stato nel 2012. Poi nel settembre dello stesso anno abbiamo conosciuto Davide e per Pietro il “virus” delle Regate è stato veramente contagioso. Sotto la supervisione di Davide la Namib è stata appunto “trasformata” e perfezionata allo scopo di meglio destreggiarsi nelle Regate : da barca crocieristica a “purosangue” (anziano ;-)) dei mari. Il tutto assolutamente pur CONSERVANDO lo stile e le tecniche del 1967. Io personalmente non partecipo alle regate per motivi e mentalità mia personale MA POSSO AFFERMARE che tutti i commenti negativi e contari che ho letto qui sopra sono assolutamente falsi e inopportuni. Conosco Pietro da una vita : è una persona seria , onesta e sportiva sportiva; Davide è un ottimo skipper e ha fatto veramente un gran bel lavoro nell’organizzare tutto l’equipaggio composto si da alcuni cugini di Pietro ma anche da seri ed esperti appassionati. Pelaschier non ha bisogno di lodi.
Sapete forse cosa può dar fastidio ai detrattori ?
Può dar fastidio il fatto che come “un lampo” inatteso sia apparso nel circuito delle Barche d’Epoca un “novellino” (Pietro) che ha saputo (e potuto) in brevissimo tempo organizzare e “legare” un mix di fattori e persone la cui risultante è quella di portare una piccola barca di nemmeno 12 metri alla vittoria , senza se e senza ma. Niente gavetta quindi, nessun passato “faticoso e sudato” : è arrivato nel circuito e si è subito imposto. E con Pietro Bianchi non poteva che essere così : era già successo in altri campi e sport e probabilmente in futuro lo potrà essere in altri :
CHE MALE C’E’ se uno è un perfezionista e ama fare le cose al massimo ? Potrà dar fastidio ma non è colpevole di nulla.
Tanto meno se fa piazza pulita in regata ( e le regole mica le ha fatte lui !!! si attiene scrupolosamente ai regolamenti).
Ho finito, grazie a chi ha avuto la pazienza di arrivare fino qui.
Ciao.
gigi
Regato abitualmente sul Namib, purtroppo non ero presente a Minorca però se c’è una cosa ineccepibile nello sport è il rispetto delle regole, almeno nello sport, diamine.
Se presenti un certificato non conforme alla stazza della barca sei fuori, anche questo fa parte del gioco e quindi la squalifica è meritata. Tutto il resto è noia. Da qui in poi ci si confronterà onestamente sul campo di regata.
Ho letto adesso il post della Signora Francesca.
Non si preoccupi Francesca , quando Pietro si stancherà di fare (e vincere) Regate la Namib navigherà e avrà sempre chi la curerà e le vorrà bene mentre Besana e Pelaschier continueranno a Regatare (e vincere) con altre barche per chissà quanti anni a venire.
Non faccia apparire Pietro come quello che non è.
Starà poi a Pietro replicare a tutte le sue altre affermazioni.
Buon vento, sinceramente.
gigi
chiedo scusa al sig.Piero se sono stata sconveniente, auguro ogni bene al namib e sono felice di leggere che anche lei e’ tanto amata. Perdonatemi se ho avuto una reazione al titolo IL TRIONFO di namib, e’ molto femminile e mi dispiace essere stata così’ diretta. So bene che lo sport e’ così e sto imparando che le regate iniziano a terra e finiscono a terra, e’ una esperienza nuova per me. Tutti noi sappiamo quanto costi avere queste barche e quanto impegno ci si mette e dispiace quando poi le cose vanno storte. dispiace ancora di più’ perché’ e’ successo tutto operando in buona fede e avendo dato il massimo. Un po’ di delusione da parte mia credo dia comprensibile. Ci rivediamo alle prossime regate e buon vento !