Grand Soleil 46 LC, svelati gli interni del nuovo blue water all’italiana
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Finalmente sono stati svelati gli interni del nuovo Grand Soleil 46 LC, che inaugura la linea Long Cruise e lancia il Cantiere del Pardo nel mondo dei cosiddetti blue water. A cura di Nauta Design, sono caratterizzati da un ampio quadrato dove, accanto alla scaletta d’ingresso, trovano spazio a sinistra la cucina a L (dotata di lavandino separato) e a dritta il bagno con box doccia.
Nel layout a tre cabine (esiste anche la versione a due), a poppa troviamo due grandi cabine che denotano tutta la ricerca di soluzioni atte all’ottimizzazione dei volumi in fase di progettazione. Il tavolo si trova a sinistra, circondato da un divano a C mentre a dritta l’area adibita al carteggio è inserita tra due comode sedute. La spaziosa cabina armatoriale di prua si presenta dotata di bagno dedicato.
UN PROGETTO ALL’ITALIANA
Se Nauta si è occupata degli interni, a disegnare il primo modello di questo nuovo corso, è stato Marco Lostuzzi, che si è occupato delle linee d’acqua e dell’architettura navale. La volontà è stata quella di ottenere, pur con linee filanti, una grande abitabilità in coperta e negli interni, che sfruttano una serie di ambienti modulari. Il tutto su un modello lungo 14,74 metri per 4,41 metri di baglio massimo.
IL ROLLBAR E’ UNA GRANDE NOVITA’
Salta subito all’occhio, osservando i rendering del Grand Soleil 46 LC, la presenza di un rollbar pensato per integrare il trasto e la scotta randa. Una novità che vuole sgombrare il pozzetto da un elemento di ingombro e che sicuramente farà discutere gli appassionati. Ma il rollbar avrà anche un’altra funzione, pensata appositamente per le lunghe navigazioni, anche in condizioni impegnative, perché consentirà all’armatore di montare diversi tipi di protezione per il pozzetto: o due modelli di sprayhood o persino un parabrezza, soluzione sempre più adotatta nel nord Europa. Interessante il disegno asimmetrico del pozzetto, che garantisce un buon numero di sedute, lasciando libero il timoniere di portare la barca da solo, avendo a portata di mano (letteralmente!) i winch ai quali sono rimandate le manovre. Il piano velico prevede una randa di 61,6 metri quadri, accoppiata a un fiocco al 106% di sovrapposizione di 53 metri quadri. Su richiesta, si può anche optare per un rollaranda nell’albero o nel boma e per il fiocco autovirante.
AUTONOMIA PRIMA DI TUTTO
Nell’ottica dell’autonomia di navigazione, i serbatoi dell’acqua sono in grado di contenere ben 800 litri, mentre quello del gasolio arriva a 300 (più altri 300 opzionali).
SCHEDA TECNICA
Lft. 14,74 m
Largh. 4,41 m
Pesc. 2,30 m
Disl. 11 t
Sup.vel. 114,6 mq
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5 commenti su “Grand Soleil 46 LC, svelati gli interni del nuovo blue water all’italiana”
Meraviglioso!,,, sempre più grande Marco Lostuzzi!!! Bravissimo
Ques’anno il cantiere del pardo non venduto nemmeno una barca, il concordato è stato rifiutato. Tutti i fornitori del cantiere sono creditori di centinaia di migliaia di euro. Invece di progettare barche che non verranno mai prodotte, perché non vengono pagati i fornitori che rischiano di fallire per una gestione senza criterio di un grande marchio italiano?
E’ una vergogna, ed è una vergogna che i giornali di vela non parlino della reale situazione, ma di illusioni di un cantiere in grande forma!
Sono disgustato.
Blue water per me significa navigazione dura, non lunga crociera. Quindi stralletto trinch strutturale, inconcepibile rollaranda su albero, no autovirante che voglio poter stare con fiocco a collo, serbatoi più piccoli ma desalatore, dodger rigido estensibile a poppa. Rollbar troppo alto, da incorporare con dodger. Possibilitá di timonare meccanicamente (non autopilot) protetto da dodger. E le batterie dove sono se barca si allaga? Meglio doppio timone. Scarichi pozzetto? Etc, etc. troppo critico? Io farei molte altre modifiche per un bluewater, saluti fabrizio
Pingback: Comet 46 EX, Comar entra nel mondo dei blue water
@Marco: non sai quello che dici e certi commenti fatti approfittando dell’anonimato fanno male alla nautica. Il cantiere del pardo quest’anno, pur partendo penalizzato a metà del periodo nautico, mi risulta abbia venduto una ventina di barche. il concordato e i debito coi fornitori riguardano la vecchia azienda di proprietà di Bavaria e non la nuova gestione (coraggiosa) di imprenditori romagnoli che si stanno impegnando per portare avanti un marchio storico.