Fiera di Genova “mutilata”, arriveranno i centri commerciali
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Genova perde un bel pezzo di storia della nautica: il consiglio comunale del capoluogo ligure ha approvato la delibera sulla riconversione urbanistica di alcune zone della Fiera di Genova, che verrano adibite, molto probabilmente, ad aree commerciali. Una scelta pressoché obbligata, dettata dal debito contratto con la BNL per circa 19 milioni di euro in occasione della realizzazione del padiglione B, affidata all’archistar Jean Nouvel.
LE AREE INTERESSATE
La delibera prevede che i padiglioni B e D rimangano ad uso fieristico, assieme ad altre aree sia a mare che a terra (ovvero quelli di pertinenza delle Marine in concessione demaniale). I restanti fabbricati (il padiglione C, il Palasport, che manterrebbe a quanto pare una destinazione di carattere sportivo, la palazzina uffici e l’edificio ex Nira) invece saranno riconvertiti, si legge nel documento, a residenze, uffici, alberghi, servizi privati, esercizi di vicinato, centri commerciali.
LA CRISI SI E’ FATTA SENTIRE
D’altronde, la vocazione di polo nautico internazionale di Genova si è vista molto ridimensionata negli ultimi anni, complice la crisi che ha investito il comparto a partire dal 2008: lo ha dimostrato anche l’ultimo Salone Nautico, andato in scena in modalità “ridotta” sia nel tempo che negli spazi.
UN PEZZO DI STORIA DELLA CITTA’
In continuità con la tradizione mercantile che vedeva i genovesi presenti e primi coi loro fondaci in tutta Europa, la Fiera di Genova nasce nel 1956 per incentivare lo sviluppo di alcuni settori economici determinanti per la regione, come la cantieristica nautica e la floricultura. Animatori del progetto furono il sindaco Vittorio Pertusio e l’avvocato Giuseppe De Andrè, padre del grande Fabrizio.
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