C’è un’Italia che perde, tra risse in spogliatoio, polemiche, dimissioni, accuse di razzismo. E ce ne è una che vince, anche se fuori dai canali mainstream. E’ l’Italia velica rappresentata da Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri, che anche alla Kieler Woche, la “classica” tedesca per la vela olimpica, si sono confermati sul tetto del mondo. Dopo aver vinto due delle tre tappe dell’ISAF Sailing World Cup (e conquistato un argento), e la Garda Trentino Olympic Week, i due “ingegneri volanti” hanno trionfato anche in Germania tra i Nacra 17. Sembrano non esserci rivali per i due ragazzi a livello internazionale: l’unica vera competizione sarà interna, visto che anche Lorenzo Bressani e Giovanna Micol stanno iniziando a ben figurare (hanno concluso infatti in terza posizione a Kiel).
L’IDENTIKIT DEI CAMPIONI
Ma chi sono Bissaro e Sicouri? Andiamo a conoscerli nella bella intervista che ci hanno rilasciato, pubblicata sul Giornale della Vela di Giugno:
Quando li chiamiamo per intervistarli sono appena tornati a terra dalla seconda giornata della Garda Trentino Olympic Week di Malcesine, che li vedrà trionfare con un giorno d’anticipo. Non c’è da stupirsi visto che, dati e ranking ISAF alla mano, Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri sono la coppia più forte del mondo a bordo del Nacra 17, la nuova classe mista di catamarani olimpici. Li chiamano, a ragione, gli “Ingegneri Volanti”: Vittorio, classe 1987, di Verona, ha la laurea magistrale in Ingegneria Aeronautica, Silvia, nata a Genova nello stesso anno (suo padre era il grande velista Pierre Sicouri) è ingegnere gestionale, con tanto di laurea a pieni voti. Entrambi hanno studiato al Politecnico di Milano, entrambi sono degli assi sui catamarani (Silvia ha vinto i Mondiali F16 nel 2011, Vittorio ha ottenuto un bronzo tra gli F18 nella stessa stagione ma è stato anche iridato tra gli Juniores l’anno precedente): la passione (velica, sia chiaro) reciproca è sbocciata presto. “Io e Silvia” – racconta Vittorio – “siamo saliti per la prima volta in barca assieme durante la Mille e Una Vela, organizzata dal Politecnico nel 2011, e siamo andati davvero forte. Da lì è nata l’idea di unirci per un obiettivo importante”. Alla nostra domanda sulla natura dell’obiettivo, Silvia risponde: “Una medaglia alle Olimpiadi”. Di che colore? “Non si può dire”. Questione di scaramanzia.
DA STUDENTI LAVORATORI A VELISTI “TOP”
Adesso il team Bissaro e Sicouri si dedica esclusivamente al Nacra 17: e pensare che entrambi i ragazzi avevano una brillante carriera lavorativa davanti. Vittorio nel 2009 ha collaborato con Giorgio Provinciali insieme allo studio VPLP per la traccia delle polari dell’Imoca 60 Foncia, regatante alla Barcelona World Race 2011; Silvia ha lavorato a partire dal 2010 in K7, società che si occupa della gestione di centrali idroelettriche. “Ora non abbiamo più il tempo di lavorare” – dice Bissaro – “il nostro lavoro è questo, per fortuna abbiamo delle famiglie che hanno deciso di sostenerci a scatola chiusa e la Federazione Italiana Vela (oltre a nutrito drappello di sponsor) che crede in noi”. Un lavoro che ai due velisti riesce molto bene: solo nel 2014, hanno vinto due tappe su tre della ISAF World Sailing Cup (Miami e Hyeres, mentre a Palma hanno ottenuto l’argento), confermandosi ai vertici mondiali del Nacra 17. Ma agli ingegneri volanti piace volare basso: “Sono dei bei risultati” – a parlare è sempre Vittorio – “che però sono solo piccoli passi di un percorso che è iniziato nel 2012 e finirà nel 2016. Continuiamo a cercare di migliorarci, imparando dai nostri errori: sdraiarci sugli allori equivarrebbe ad arrenderci”.
SIAMO DUE “CONSERVATORI”
Il modo di regatare di Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri è stato definito “conservativo”: “Nelle regate che facciamo” – spiega Silvia – “solitamente possiamo contare soltanto su uno scarto, per cui scendiamo in acqua con la consapevolezza che ogni singola prova è fondamentale: per cui non puntiamo sempre a vincerla, ma ad essere costanti, nelle prime cinque posizioni. In virtù di questo, stiamo lavorando sodo sulla velocità della barca: se abbiamo la possibilità di navigare liberi e regatare ‘con semplicità’, difficilmente arriviamo dietro”. Inoltre, non si danno mai per vinti: a Hyères hanno ottenuto l’oro in rimonta dopo una squalifica ottenuta per partenza anticipata con bandiera nera: “Il momento più emozionante della mia carriera velica” – rivela Silvia – “perché ce la siamo veramente giocata con il coltello tra i denti”. “Io invece ricorderò sempre l’oro di Miami,” – fa eco Vittorio – “il primo oro non si scorda mai”.
VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA CLASSE MISTA
Cosa significa andare in barca assieme a un compagno del sesso opposto? “Innanzitutto” – esordisce Silvia – “c’è un grande vantaggio: i maschi sono semplici, con loro è tutto chiaro. Siamo noi donne, spesso, a chiuderci in noi stesse rendendo la comunicazione difficile: e a bordo la comunicazione è tutto. Con Vittorio è facile risolvere i problemi”. Poi scherza: “C’è anche uno svantaggio: in acqua non posso chiedergli l’analgesico, il Moment Rosa, in certi periodi!”. Bissaro: “Io e Silvia nella vita ‘cittadina’ non ci vediamo troppo spesso, non siamo fidanzati. Questo ci aiuta ad avere voglia di vederci nei restanti 250 giorni all’anno: un grosso vantaggio. E ne aggiungo un altro: non crediate che assieme a una donna non si possa raggiungere lo stesso livello di agonismo che con un compagno maschio. Silvia è una bestia da regata quanto me!”. Un altro particolare che colpisce della coppia è che il più “piazzato” Vittorio stia al timone, mentre Silvia è prodiera: “Ci siamo trovati bene così nel 2011, perché cambiare?”, si domanda Vittorio. “Le ragazze hanno dimostrato di poter gestire le fatiche della prua in barba a quelle federazioni, come l’olandese, che hanno voluto a tutti i costi stabilire i ruoli fissi donna-timone/uomo-prua: se andiamo a vedere i podi delle ultime tappe dell’ISAF World Cup, sono tutti composti da compagini con la donna prodiera”. Concludiamo chiedendo ai ragazzi quale sia il loro velista mito: “Scelgo Checco Bruni – risponde Silvia – per la sua poliedricità e perché è una bella persona”. “Il mio è Nathan Outteridge (l’australiano vincitore dell’oro sui 49er a Londra 2012), perché se vinci le Olimpiadi con un giorno d’anticipo, hai capito qualcosa che nessun altro aveva capito”. In anticipo proprio come Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri alla Garda Olympic Week. Segno del destino?
2 commenti su “Bissaro-Sicouri, è ancora oro a Kiel! La nostra intervista per conoscere i campioni”
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