Dopo avervi presentato la “Donna che non deve chiedere mai“, è arrivato il turno della seconda tipologia di donna da barca a vela: la padrona di casa. Di solito è la moglie dello skipper e sale a bordo perché suo marito ha questa passione. Non è detto che le piaccia e considera la barca, che nella maggior parte dei casi porta il suo stesso nome, come una specie di casa al mare. Odia il disordine, non sopporta che mettiate la testa nel motore mezz’ora prima di pranzare, le lunghe navigazioni finiscono per annoiarla ed è in fondo un po’ gelosa della stessa barca. All’amica il cui marito ha venduto il suo Grand Soleil dice “beata te”, ma nonostante ciò continua a seguire il proprio. A tutto questo si potrà porre rimedio facendole capire che prima di tutto la barca non è una rivale, ma neppure la proiezione del proprio salotto buono, adornato con centrini e vasi di fiori e che non sempre potrà essere possibile imbandire il tavolo in pozzetto con sottopiatti e bicchieri in cristallo. Ma allo stesso tempo ricordate che un po’ di ordine, e questo a bordo vale ancor di più che da qualsiasi altra parte, ci vuole proprio e che la presenza femminile in molti casi è necessaria.
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5 commenti su “Donne da mare: la padrona di casa anche in barca a vela”
Premetto che la valutazione è strettamente personale ma ritengo che la pochezza di questa serie di articoli non sia al livello del resto della rivista e non le faccia onore. Forse sarebbe preferibile lasciare le altre tipologie di donna da barca avvolte nel mistero, concludendo la serie con questo articolo.
Ma smettetela di lasciare questi commenti perbenisti e qualunquisti…non penso che in questi articoli sia nascosto un maschilismo innato dell autore, bensi è un modo per scherzare sulla convivenza uomo-donna in una realtà aldilà della quattro mura di casa…complimenti all autore…!!
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perchè non parlate anche delle donne skipper, appassionate di vela, che stanno al timone sia in crociera che in regata, che sanno fare di tutto e che tengono la barca in ordine, pulita e organizzata? perchè parlare sempre in negativo delle donne in barca?
grazie
Renata