FOTO Gaia, la “regina tra le regine” della Loro Piana Superyacht Regatta
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Parafrasando un Orwell d’annata, tutte sono regine del mare, ma qualcuna è più “regina” di altre. Tra le 21 splendide imbarcazioni che si stanno sfidando nelle acqua di Porto Cervo, ci ha colpito per bellezza Gaia, 100 piedi (30,6 metri) in legno che coniuga un design d’antan a un piano di deriva moderno.
L’ELEGANZA TUTTA “BRITISH” DEGLI SPIRIT
Ci sono barche che trasmettono emozione solo a vederle e gli Spirit sono tra queste. Il cantiere inglese con sede a Ipswich, 100 Km a nord est di Londra, ha prodotto negli ultimi anni 45 “camei”, dai 12 ai 30 metri, costruiti guardando alla Golden Age dello yachting dei Fyfe, Stephens e Herreshoff ma avvalendosi degli enormi progressi tecnologici del nuovo millennio. Ogni Spirit nasce dal più tradizionale dei materiali, il legno, associato a linee estetiche classiche e a un piano velico e di deriva ultra moderno.
Qualche tempo fa Sean McMillian, proprietario del cantiere e progettista assieme a Michael Newman, interrogato sulla scelta del legno come materiale di costruzione, ci aveva spiegato come questa sia sicuramente un vantaggio estetico ma anche tecnico/pratico: “il primo motivo per il quale lo usiamo è perché con la tecnica dello strip planking (letteralmente “coprendo a strisce”, il fasciame in listelli viene incollato longitudinalmente con resine epossidiche) riusciamo a ottenere delle barche oltre che molto belle incredibilmente leggere, risparmiando fino al 50% del peso rispetto a costruzioni in vetroresina tradizionali. Lo Spirit 100 piedi con un dislocamento inferiore a 50 tonnellate è un flyer in grado di raggiungere 27 nodi di velocità”.
SPIRIT 100, TRADIZIONE E MODERNITA’
Come è stato costruito lo Spirit 100? Sullo stampo maschio viene posto il paramezzale (trave sistemata nella parte più bassa dello scafo) in Abete Douglas dove vengono poggiate 24 ordinate in Sapele (150×80 mm), “costole” di una ”pelle” esterna composta da tre strati diversi con diverse funzioni: il primo di 35 mm è un fasciame longitudinale in cedro brasiliano (essenza dal limitato peso specifico) che, assemblato con la tecnica dello strip planking, conferisce leggerezza, isolamento oltre ad essere una pregevole finitura interna; il secondo di 9 mm composto da tre strati di laminato di mogano Khaya orientato a 45° aumenta la rigidità e la resistenza ai carichi; il terzo di finitura esterna prevede una copertura con due strati di tessuto misto in fibra di vetro biassiale e Mat a garanzia di murate lisce e compatte.
Lo scafo, fino a questo punto sottosopra, viene capovolto e riempito con interni completamente customizzabili che sappiano esaltare e non nascondere la pregiata ossatura della scocca. La coperta, composta di bagli in mogano e tavole di compensato marino, viene rifinita da uno strato esterno di teak di 9 mm per il ponte e di mogano verniciato per falchetta, tuga e paramare. Il tutto esaltato fuori e dentro l’acqua da un tocco di high tech: timone e albero rigorosamente in carbonio e chiglia con lama in acciaio speciale con siluro in lega di piombo/antimonio e prigionieri in acciaio inox. La prassi costruttiva e i materiali sono più o meno gli stessi per ogni Spirit, l’unica differenza consistente è sulle taglie forti dove si ricorre nei punti di maggiore carico (lande, albero, chiglia, timone, ecc.) a strutture di rinforzo ad H in acciaio (taglio laser) rese solidali con le ordinate corrispondenti.
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