INCHIESTA: posti barca in Italia, il vento è cambiato

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Ape_portiTenere la barca in un porto turistico italiano non è mai stato così conveniente. La tendenza che già vi avevamo preannunciato lo scorso anno, si consolida in questa stagione grazie anche alle novità che giungono da Grecia e Francia. La prima ha appena istituito una nuova tassa nautica non sul possesso, bensì sulla presenza in acque elleniche delle imbarcazioni, a prescindere da quale sia la nazionalità. I nostri cugini d’Oltralpe invece hanno visto il ministero del Budget (l’equivalente del nostro ministero delle Finanze) aumentare la tassazione a carico dei porti, aumentando fondamentalmente il valore della proprietà. Un costo che ogni porto (ed è questo che sta creando una grande confusione in Francia) dovrà sostenere in maniera diversa a seconda di quanto verrà stimato il suo valore nel territorio. Una spesa che, soprattutto nelle strutture comunali, andrà a pesare sul costo barca del singolo diportista.

Banner_speciale_portiLA SITUAZIONE ITALIANA 
A parte le mutate condizioni dei nostri vicini, il miglioramento della situazione portuale italiana parte da più lontano: negli ultimi anni infatti abbiamo avuto un incremento del numero di posti barca impressionante: si è passati dai circa 60.000 ormeggi (da 6 a 24 metri) del 2007 agli oltre 83.000 odierni, divisi in 194 marine. Se a questi aggiungiamo anche la disponibilità degli ormeggi delle strutture attrezzate in porti preesistenti, il numero di posti barca quasi raddoppia, attestandosi a ben 161.000 unità.

Per capire meglio, stiamo parlando di concessioni demaniali di cooperative, circoli nautici e piccole società che hanno riconvertito gli obsoleti e insicuri ormeggi (magari alla boa) con efficienti banchine galleggianti e un buon servizio anche in banchina. dove si trovano i marina in italia I 194 marina che abbiamo citato non sono, ovviamente, dislocati in modo omogeneo lungo le nostre coste. Scopriamo così che nel già citato Adriatico settentrionale, i porti sono più numerosi ma più piccoli (46 porti con una media di 362 posti barca), mentre i marina più capienti si trovano lungo il Tirreno centrale: qui 10 strutture sono in grado di ospitare una media di 698 barche. Non per niente è proprio qui che negli ultimi dieci anni abbiamo visto la nascita di diversi nuovi marina, soprattutto lungo la costa laziale.

Numero_posti_barca

 

COME SCEGLIERE IL MARINA GIUSTO
Il mondo dei porti è molto più complesso di quel che sembra e non è detto che un marina nel quale vi trovate a meraviglia, vada bene anche per un altro armatore. La prima grande divisione riguarda proprio il marina e il porto turistico che a volte vengono confusi o, addirittura, accomunati. Si definisce marina un porto attrezzato che, oltre ai posti barca, offre tutta una serie di servizi, che vanno dal ristorante ai negozi, agli uffici, fino addirittura a veri e propri quartieri residenziali, con case in affitto o in vendita. Insomma, un vero e proprio centro di aggregazione aperto a tutti, non solo ai possessori di una imbarcazione, e che offre tutte le comodità di una piccola cittadina. Il porto turistico è invece una struttura dedicata quasi esclusivamente all’ormeggio della barca, magari aperto al pubblico, ma senza delle vere e proprie attrattive; si differenzia in sostanza dal porto industriale o commerciale. Il porto turistico di Lavagna in Liguria ne è un tipico esempio, dove tra le banchine si vedono soprattutto barche e meno negozi e locali, anche perché strettamente integrato nel tessuto urbano. Proprio questo è un altro aspetto di cui tenere conto. Abbiamo detto che questo genere di strutture offre già molti servizi, ma un bel marina situato nel centro può portare un valore aggiunto alla città stessa, attirando turisti di mare e di terra. Di contro un marina situato lontano dai centri abitati, dovrà disporre di un maggior numero di servizi e, oltre a un complesso di unità abitative, anche di alberghi per fornire comode sistemazioni a coloro che arrivano, magari da lontano, e che per forza devono alloggiare nei pressi dell’ormeggio della loro imbarcazione. Un esempio è il marina Cala De’ Medici in provincia di Livorno, che offre tra le altre cose un’infermeria, una sala riunioni, bar e perfino una libreria.

PARLIAMO UN PO’ DI PREZZI
L’aumentata disponibilità di posti barca degli ultimi anni ha coinciso con una frenata nella produzione di imbarcazioni nuove: i porti che già erano in costruzione servivano proprio per assorbire il crescente parco barche italiano. La crescita non c’è più stata, portando così ad un eccesso di offerta di ormeggi qualificati. è così che i prezzi degli ormeggi, un tempo significativamente più alti rispetto agli altri Paesi dell’area mediterranea, si sono calmierati, nonostante una tassazione più alta. C’è poi un altro aspetto da non sottovalutare, ovvero il maggior potere di contrattazione da parte degli armatori. I prezzi di listino nella maggior parte dei casi non risultano aumentati, anzi a volte sono anche calati di qualche punto percentuale. Ma in fase di rinnovo spesso si riesce a spuntare anche sconti intorno al 10% del costo di partenza. I marina più cari rimangono in media quelli del bacino ligure e del Tirreno in generale (ma sempre in linea con quelli, per esempio, della Corsica), rispetto a quanto accade in Adriatico.

Costi_porti

I VOLI LOW COST E IL “CASO SARDEGNA”
L’esplosione delle compagnie aeree low cost ha dato vita a un fenomeno nuovo di zecca, che si sta ormai consolidando: sono infatti molti gli armatori che ogni due o tre stagioni cambiano il porto di armamento, scegliendo in base alla vicinanza da un aeroporto. Facciamo un esempio: un volo da Milano a Trapani, Palermo o Catania si trova a partire da circa 40 euro. In questo modo un armatore può cambiare regolarmente area di navigazione. Rientra in parte in questo discorso il cosiddetto “caso Sardegna”. I 38 marina dell’isola (con una capacità totale di 13.472 posti barca) vengono da molti considerati tra i più cari d’Italia. Questo è un errore… a metà. Se si considerano infatti solo i mesi estivi, il discorso fila, ma nell’ottica di un ormeggio annuale la questione cambia radicalmente. I prezzi infatti si abbassano notevolmente nei mesi invernali, tanto da portare il costo complessivo su base annua per un dodici metri tra 3.000 e 4.500 euro. Si spende di meno solo nei marina dell’Adriatico meridionale e dello Ionio.

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9 commenti su “INCHIESTA: posti barca in Italia, il vento è cambiato”

  1. personalmente credo che i costi in Italia siano ancora assolutamente folli… Io vivo vicino a Ravenna dove il mare è color coca cola è la sola cosa che è possibile vedere sono i pozzi petroliferi. Marinara, il marina di Ravenna, è fallito svariate volte e i servizi offerti sono pessimi. Il costo complessivo per la mia barca a vela di 15 metri sarebbe di circa 5000 € più elettricità ed acqua….prezzo giusto solo per i “grandi velisti” romagnoli che usano la barca come casa e che non hanno mai fatto altro che andare nella ormai “carissima” Croazia. Dopo aver mollato gli ormeggi di Marina di Ravenna ho navigato il mediterraneo in lungo e in largo per 3 anni e da altri 3 ho deciso di fermare la mia amata barca nella Grecia Ionica a Meganisi (odyseas marina) dove con meno di 3000€ lei si gode un anno di acque fantastiche, baie incantate e ospitalità da sogno. Il vento sarà anche cambiato ma non sono sicuro che la direzione sia quella giusta…

      1. Qualche abbassamento dei prezzi c’è stato, andate a vedere su:
        http://www.nautilusmarina.it di Roma
        ma sono d’accordo che i prezzi sono ancora estremamente lontani dalle migliori offerte dell’adriatico o delle ionio.
        Quando capiranno che un abbassamento dei prezzi farebbe ripartire il mercato sarà troppo tardi…….

  2. I marina del tirreno sono ancora maledettamente cari. Per Un 12 mt. Si pagano ancora tra i 6 e i 7 mila euro l’anno in toscana, Liguria e Lazio. In Sicilia e Sardegna, o come in Grecia, basta la metà.

  3. In Campania, sulla costa salernitana, un 11mt a Vela in un porto turistico paga almeno 6000 euro all’anno. In estate gli approdi giornalieri arrivano anche a 150 euro (capri esclusa). Non capisco come si possa sperare in una qualche ripresa…

  4. Concordo con chi dice che siamo ancora lontani da costi ragionevoli. Finché non si comprenderà che i marina e i porti turistici debbano rappresentare un opportunità di sviluppo e non un occasione di speculazione sulle spalle dei diportisti, non potremo sperare in una ripresa sana del settore. Per non parlare poi dei costi dei cantieri che per le manutenzioni ordinarie hanno il coraggio di chiedere cifre assurde se si analizzano i costi reali dei servizi erogati.

  5. Massimo Sisani

    Io ho la barca in Adriatico dove i prezzi in media sono più bassi che in tirreno ma credo che sia comunque necessaria una profonda revisione della politica degli ormeggi per il diporto.
    Pagare infatti 3500-4000 euro l’anno per un 12 metri è oggigiorno una cifra importante che spesso diventa l’elemento più importante per dissuadere gli armatori a proseguire la propria esperienza nautica.
    La sensazione che ho è che mentre tutto intorno è cambiato e si è adeguato alle condizioni difficili in cui graviamo, i soggetti che si occupano della gestione dei posti barca sembrano non essersi accorti di nulla e perseverano in politiche vetuste ed antieconomiche per il settore.
    Personalmente sono convinto che fin quando i posti barca non saranno considerati un volano di attrattività turistico-diportistica e impatteranno in maniera decisamente minore sui costi di gestione della barca, lo spopolamento dei marina non rallenterà la sua corsa.

  6. Premetto che anche io lascio la barca in grecia, i costi non sono fatti di solo ormeggio.
    Dotazioni italiane, controlli continui, costi di manutenzione e carena , efficienza nei lavori e i porti stessi che spesso con tessere di ingresso impediscono a personale di fiducia di accedere ai propri mezzi per le manutenzioni rendono la nostra costa adriatica ( priva o quasi di veri ridossi) poco appetibile….. Senza contare le scadenze demianali e le situazioni economiche critiche dei vari marina e porti turistici, che ora hanno caricato i loro debiti sui condomini delle barche abbassandone il valore(senza che i proprietari ancora se ne accorgano) e i nodi arriveranno alle prossime scadenze delle concessioni demaniali…..

    Come sempre, chi fa non sa dove ci sta portando….

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