Velisti dispersi in oceano, il web si mobilita e chiede aiuto chi naviga in Atlantico

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

cheeky-rafikiQualche giorno fa avevamo ricevuto la notizia che la Guardia Costiera statunitense aveva interrotto le ricerche dei quattro velisti che, a bordo del First 40.7 “Cheeki Rafiki”, erano naufragati in Atlantico, nel tratto di mare compreso tra Cape Cod (USA) e le Azzorre, mentre erano di ritorno verso la Gran Bretagna dalla Antigua Sailing Week. L’ultima comunicazione proveniente da bordo della barca era datata giovedì 15 maggio, quando l’equipaggio aveva lanciato l’SOS dicendo di essere diretto alle Azzorre e che il Beneteau stava imbarcando acqua ma non si riusciva a capire da dove: tuttora le cause dell’incidente rimangono ignote.

LA DECISIONE DI INTERROMPERE LE RICERCHE
Dopo due giorni di ricerche, la Guardia Costiera statunitense aveva deciso di interrompere le ricerche dei velisti, che, presumibilmente, avevano abbandonato la barca semiaffondata a bordo della zattera: nonostante i Canadair avessero percorso in lungo e in largo l’area dell’incidente, non era stato trovato nulla, complici anche le pessime condizioni meteo.

LA REAZIONE DEL WEB HA FATTO CAMBIARE IDEA
La decisione della Guardia Costiera ha suscitato l’indignazione della comunità velica internazionale, oltre che lo sconforto dei parenti dei quattro dispersi (che, ricordiamo, sono Andrew Bridge, 21 anni, Paul Goslin, 56, James Male, 23, e Steve Warren, 52). Visti i numerosi appelli alle autorità competenti, la Guardia Costiera ha deciso di riprendere le ricerche schierando le forze mostrate nell’immagine qui sotto.


10352578_729038410493283_4119190845570708551_n

ANCHE I VELISTI IN OCEANO POSSONO DARE UNA MANO
Intanto la rivista inglese World Cruising Club ha lanciato una campagna sul web chiedendo alle imbarcazioni che si trovano nell’area dell’incidente di collaborare alle ricerche: non si tratta di poche barche, perché la stagione velica ai Caraibi è terminata e molti equipaggi si accingono a rientrare in Europa. Ci sono trenta barche che prendono parte alla ARC Europe che si stanno dirigendo dalle Bermuda alle Azzorre: una di queste, il catamarano di 64 piedi “Malisi” capitanato dallo skipper Patrick Michel, ha già raggiunto la zona di ricerca.

4_bb226e9624
LE AREE DI RICERCA

Nell’immagine sopra è ricostruita l’area di ricerca, sulla base delle ultime posizioni inviate dall’Epirb di Cheeky Rafiki, il luogo di avvistamento di uno scafo rovesciato senza chiglia da parte di un cargo denominato “Kure” (foto sotto) e il calcolo delle correnti. In accordo con la Guardia Costiera, World Cruising Club ha individuato due possibili punti “caldi”: uno più a nord (38-37N 048-48W) e uno più in basso (37-36N 050-14W), distanti tra loro circa 100 miglia.
1_937dbc2f66

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

1 commento su “Velisti dispersi in oceano, il web si mobilita e chiede aiuto chi naviga in Atlantico”

  1. Pingback: Tutti morti i quattro velisti inglesi naufragati in Atlantico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri l’ultimo numero

Sei già abbonato?

Ultimi annunci
I nostri social

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Lago Maggiore

Come si va in crociera in barca a vela sul Lago Maggiore

Capita spesso di raccontare di avventure, regate e traversate al limite del verosimile, esperienze “salate”, per così dire. Meno, però, capita che si parli di laghi. Eppure la vela non è certamente estranea alla tradizione lacustre, e non parliamo solo