Se ci fossero ancora dei dubbi sulla voglia di vela solitaria degli italiani, li sfata tutti il boom di iscrizioni alla nuova Roma per Uno, la solo-race aperta a tutti (e non solo ai monotipi realizzati per la course au large) che il Circolo Nautico Riva di Traiano organizza in concomitanza delle classiche Roma per Due e Per Tutti. A meno di tre settimane dalla partenza (fissata il 6 aprile), sono 17 i solitari iscritti pronti ad affrontare il percorso di 535 miglia (da Riva di Traiano, passando per il cancello di Ventotene si arriverà a Lipari, nelle Eolie, per poi ritornare a Riva): due di meno rispetto a quelli della Roma per Tutti e praticamente il doppio rispetto a quelli della Roma per Due.
CHI VUOL ESSERE SOLITARIO?
Stiamo finalmente diventando anche noi, come i francesi e gli inglesi, un popolo di navigatori? Speriamo: nel frattempo vi annunciamo che nel prossimo numero del Giornale della Vela vi spieghiamo come partire per la prima volta in barca da soli con i consigli di Roberto Westermann, terzo alla OSTAR. Westermann sarà presente, assieme a Lele Panzeri e al solitario Andrea Mura, al TAG Heuer VELAFestival di Genova (10-13 aprile) per raccontarvi come “Portare la barca da soli: diventare solitari in un giorno” (questo il nome dell’evento).
ROMA PER UNO, PER DUE E PER TUTTI: IL LIVELLO SI ALZA
Torniamo alla Roma per Uno, Due e Tutti. In totale sono stati superati i 50 iscritti e il livello della competizione si sta innalzando giorno dopo giorno. Per la cronaca, i 17 iscritti alla Roma per Uno sono Valerio Brinati, Matteo Miceli, Riccardo Capociuchi, Hugues Le Cardinal, Isidoro Santececca, Carlo Potestà, Alessandro Fiordiponti, Mario Girelli, Enzino Donadio, Giacomo Sabbatini, Pierpaolo Ballerini, Sergio Frattaruolo, Tullio Picciolin, Giancarlo Simeoli, Oscar Campagnola, Marzio Dotti, Angelo Ciciriello.
Nella “per 2”, scendono in acqua sul Class 40 TWT UCOMM Marco Rodolfi e Matteo Auguadro, vincitori lo scorso anno in Adriatico sia della Cinquecento sia della Duecento per 2; da tenere d’occhio anche i tedeschi di Tante Anni, un Pogo 40 timonato da Konrad Schwingenstein e Eric Baray e l’equipaggio croato composto da Damir Cargo e Miljenko Nikolic che gareggiano con il Pogo 40 Swaypoint. Nella “per Tutti” spiccano tra i 50 piedi il Cookson 50 Cippa Lippa 8 di Guido Paolo Gamucci, l’X-Yacht Kamomilla Blu di Giulio Scarselli, il Comet 51 Libera di Lorenzo Zichichi, il Grand Soleil Nibani di Maurizio Maggiorotti.
LA “CHICCA” È KUKA-LIGHT
Ma le attenzioni maggiori saranno per gli svizzeri di Kuka-Light che l’armatore, Franco Niggeler, ha costruito fuori misura. Prima di spiegare che barca è Kuka Light e come è fatta, è doveroso far raccontare a Niggeler, perché l’ha voluta realizzare. “L’idea mi è venuta nel 2009, quando ho capito che per migliorare il rating del mio 42 piedi da crociera-regata (uno Sly 42, ndr) con cui partecipavo ai campionati di vela d’altura ORC e IRC, mi conveniva ridurre il piano velico per far andare la barca più lenta e ottenere così un certificato di stazza con un compenso più favorevole. Una cosa assurda, per me che sono abituato a regatare con i catamarani della Classe A e con i Melges 24, dove la velocità e il vento apparente sono sinonimo di divertimento”. Allora, Niggeler non ha voluto rinunciare a divertirsi cercando la massima performance e ha iniziato a desiderare una barca pensata per affrontare le regate di grande altura come la Middle Sea Race e il Fastnet che, però, gli potesse regalare le stesse emozioni che prova sul Classe A e sul Melges 24. Quindi, un 42 piedi che fosse il più leggero possibile e che sfruttasse il vento apparente per massimizzare il più possibile le prestazioni. “Ho ignorato tutti i regolamenti ad handicap!”, racconta felice Franco Niggeler.
COSTRUITA IN SEI PEZZI
Kuka Light è stata disegnata da ST Yacht, dell’olandese Doug Schickler e dell’italiano Davide Tagliapietra, con Sebastiano Rech Morassutti nel ruolo di project manager. è stata costruita a pezzi separati (le due fiancate dello scafo, il fondo, la coperta, la tuga, la prua e la poppa) utilizzando carbonio e anima in nido d’ape con fibra aramidica, realizzati in autoclave dal cantiere svedese Marstrom (che è leader proprio nel settore dei catamarani, dal Classe A ai Tornado e gli Extreme 40, a cui Niggeler è molto legato), che li ha poi spediti a Soleri di Ravenna che ha provveduto all’assemblaggio. Al pari della massima leggerezza possibile, alla base della filosofia progettuale di Kuka Light c’è la ricerca della massima potenza. Per questo, sono state scelte due soluzioni fondamentali: la chiglia basculante e il piano velico con albero rotante come quello dei multiscafi. Il risultato finale è un 42 piedi che, in proporzione, risulterebbe il 15% più leggero del più sofisticato IMOCA 60 (la classe di barche di 18,28 utilizzate dai solitari per le regate attorno al mondo), che ha un armo di derivazione degli Extreme 40 (i catamarani di 12 metri) e una superficie velica uguale a un Class 40 (i monoscafi di 12 metri destinati all’oceano).
SCHEDA TECNICA
Lunghezza: 12,80 m
Larghezza: 4,60 m
Pescaggio: 3,50 m
Dislocamento: 3.200 kg
Sup. vel. di bolina: 116 mq
Sup. vel. di poppa: 218 mq
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2 commenti su “Chi vuol essere solitario? Tutti! Continuano a salire gli iscritti alla Roma per Uno”
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