VELAQUIZ – Il velista misterioso era Pietro Sibello: ci avete scritto in tantissimi, ecco il vincitore

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composizione-sibelloGrande successo per il VELAQuiz che abbiamo lanciato la scorsa settimana sul nostro sito. Vi avevamo chiesto di indovinare il “velista misterioso” che avevamo scelto nell’albo d’oro dei Velisti dell’Anno che il Giornale della Vela elegge dal 1991, fornendovi tre indizi. A pochi minuti dal lancio della sfida (in palio c’erano due biglietti di ingresso al TAG Heuer VELAFestival di Genova), siamo stati letteralmente subissati da decine di vostre mail.

PIETRO SIBELLO, VELISTA INDOMITO
Nessuno ha sbagliato la risposta: il velista misterioso era Pietro Sibello, il grande e sfortunato campione che ne ha passate di tutti i colori, dal “furto” del bronzo a Pechino all’angioma che gli ha impedito di partecipare ai Giochi di Londra. Sibello è uno di quei velisti dalla scorza dura, che non si butta mai giù nonostante la sorte avversa. La sua storia è un esempio, impossibile non eleggerlo Velista dell’Anno nel 2009: non ci ha stupito quindi il vostro feedback immediato.

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IL VINCITORE DEL VELAQUIZ
Nel regolamento, vi chiedevamo di mandarci una mail con il nome del velista misterioso motivando la ragione della vostra risposta sulla base degli indizi forniti. Tra tutti i messaggi che ci sono arrivati, quello che dimostra maggior completezza è quello di Davide Lo Pinto, appassionato di vela genovese e figlio di uno dei medici a cui Sibello chiese un parere sulla possibilità di presentarsi alle Olimpiadi nonostante l’angioma, possibilità che il CONI gli aveva negato. Ti aspettiamo al VELAFestival, Davide, visto che sei genovese non hai scuse!

LE ARGOMENTAZIONI DI DAVIDE
Scrive Davide: “Salve, il nome del ‘velista misterioso’ è PIETRO SIBELLO, vostro Velista dell’Anno 2009”. Ecco come ha argomentato le sue risposte, basandosi sui tre indizi che avevamo fornito.

-1. E’ nato ad Albenga (Savona).
“Pietro Sibello è ligure – come me – nato ad Albenga (SV) il 28 Giugno 1979, residente ad Alassio (SV).  È sposato e padre di due bambini. Assieme al fratello Gianfranco ha regatato su 470 e poi su 49er, partecipando alle  Olimpiadi di Atene 2004 e Pechino 2008. Pietro e Gianfranco sono entrambi figli d’arte: nel 1972 il papà Francesco aveva partecipato alle Olimpiadi di Monaco nella classe Tempest”.

-2. Si è visto “strappare” dal collo il bronzo olimpico per una vera e propria scorrettezza perpetrata da un equipaggio avversario e non sanzionata dai giudici di regata.
“Olimpiadi di Pechino 2008: a seguito di una settimana di grandi regate, Pietro e Gianfranco si presentano alla Medal Race in corsa per il bronzo nel 49er. Il team danese, nettamente al comando prima della Medal Race, rompe l’albero il giorno dell’ultima regata, precludendosi cosi’ la partecipazione alla finale, quella decisiva. I danesi riescono comunque a partire con la barca messa a disposizione dai croati (non qualificati per la Medal Race). La gara si svolge nella nebbia, con vento forte e mare grosso; tutti scuffiano e la classifica cambia di continuo. Sul traguardo i Sibello festeggiano il bronzo, ma non si sono accorti che la barca ‘croata’ in realta’ ospitava l’equipaggio danese: Warrer e Ibsen sono arrivati entro tempo massimo e, grazie a molti ritirati, rientrano in classifica e conquistano l’oro. La Giuria conferma. Gli azzurri scendono al 4° posto. Due giorni e due notti di proteste e appelli alla Giuria ISAF e al Tribunale del CIO non servono a restituire a Pietro e Gianfranco una medaglia davvero meritata. L’equipaggio danese aveva ignorato 3 regole presenti nell’Olympic Measurement Regulations:

(1) ogni imbarcazione deve portare sullo scafo e sulla vela le insegne (lettere e bandiera) della propria nazione
(2) non aveva montato sull’imbarcazione la telecamera (peso di circa 3Kg) che tutte le altre barche partecipanti alla Medal Race avevano installato a bordo
(3) tutte le barche qualificate alla Medal Race sarebbero dovute restare in un’area di quarantena dalla sera del giorno prima, senza piu’ poter effettuare modifiche, cosa che la barca croata non aveva fatto.

La penalità o squalifica per l’infrazione di queste regole non è automatica ma è a discrezione della giuria. Che ha giudicato positivamente in favore dei danesi”.

-3. Campione indomito e sfortunato, ha dovuto rinunciare per problemi di salute agli ultimi giochi olimpici di Londra 2012.
A meno di due anni dalle Olimpiadi di Londra 2012 Pietro e Gianfranco sono in testa alla classifica mondiale di 49er, quando a Pietro viene diagnosticato un angioma al cervello, malformazione genetica curata e superata. I medici del CONI però, in varie successive decisioni, negano l’idoneità agonistica all’atleta delle Fiamme Gialle, che deve perciò rinunciare alle Olimpiadi inglesi. Per poter dimostrare la propria idoneita’ agonistica, Pietro consulta diversi medici specialisti, raccogliendo pareri favorevoli – che pero’ non vengono ascoltati dal CONI. Tra questi anche il parere favorevole di mio padre, il dottor Giuliano Lo Pinto, medico di medicina generale presso l’Ospedale Galliera di Genova”.

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