RIP (riposa in pezzi), Cheminées Poujoulat, la barca che non voleva affondare
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Amare una barca significa anche non abbandonarla se non ci sono più speranze di metterla in sesto. Recuperarla e portarla a terra totalmente a pezzi, per evitare che il mare la inghiotta per sempre. Così ha fatto lo svizzero francese Bernard Stamm, che nella notte del 23 dicembre aveva visto disintegrarsi il proprio IMOCA 60 Cheminées Poujoulat, mentre assieme a Damien Guillou stava navigando verso Brest al ritorno della Transat Jacques Vabre (qua il video del recupero). Ci ha messo un sacco di tempo, ma ora quel che rimane dell’IMOCA 60 è stato caricato su una nave per arrivare finalmente a terra.
E ora cosa farà con questi pezzi? Forse una sorta di “esame autoptico”, per capire che cosa non ha funzionato nel progetto di Juan Kouyoumdjian (la cui carriera ultimamente ha subito un duro colpo: è stato licenziato da team Artemis dopo l’incidente sull’AC72 in cui perse la vita Andrew Simpson. E non dimentichiamo il ribaltamento di Rambler 100)? Oppure rivedremo Cheminées Poujoulat navigare, dopo un restyling degno del dottor Frankenstein?
L’IMOCA 60 di Stamm non ha avuto mai la fortuna dalla sua parte: alla Transat Jacques Vabre del 2011 rischiò l’affondamento dopo l’urto con un oggetto sommerso. Poi avvenne il ritiro dal Vendée Globe 2012 per avaria all’impianto energetico e l’affondamento dello scorso dicembre a mettere la parola “fine” a Cheminées Poujoulat.
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