Neo 400, un dodici metri tutto italiano nato per correre, ma facile da manovrare
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Può il progetto di una barca partire dallo studio delle vele? Evidentemente sì, perché il risultato adesso lo abbiamo sotto agli occhi. Si chiama Neo 400 il dodici metri “inventato” da due professionisti italiani, Paolo Semeraro (velista con due Olimpiadi alle spalle e presidente della Banks Sails) e Giovanni Ceccarelli (progettista di barche che hanno vinto titoli mondiali in qualunque categoria).
L’idea del Neo 400 è nata quando Semeraro doveva consigliare la scelta di una barca tra i 40 e i 45 piedi a un armatore che la voleva per partecipare a un campionato invernale, a due o tre regate prestigiose di vela d’altura e per andare in crociera una ventina di giorni all’anno. è a quel punto che Semeraro si è accorto che il mercato non offriva un modello per queste esigenze. “Cercavamo una barca sportiva e performante per vincere le regate con i regolamenti ORC International e IRC”, racconta Semeraro, che del Neo 400 è project manager. “La scelta ricadeva sui vari Farr 40, GP42 o prototipi da 40 piedi che, però, non sono affatto indicati per la crociera”.
PRIMA DI TUTTO LE VELE
Paolo Semeraro, dopo avere definito il piano velico (realizzato da Banks Sails) che prevede una randa di 55 metri quadri, stretta e allungata con testa quadra, un fiocco di 50 mq al 108% e un gennaker di 170 mq murato sulla delfiniera fissa, ha consegnato la posizione del centro di pressione delle vele a Giovanni Ceccarelli, il quale ha così iniziato il progetto posizionando prima la chiglia e il timone e poi ha disegnato lo scafo e gli interni potendo simulare un comportamento molto vicino alla realtà della barca in navigazione con le vele issate. “Nella scelta dell’armo abbiamo prediletto la leggerezza e scelto un albero in carbonio poggiato in coperta, che possiamo gestire al meglio grazie allo strallo di prua regolabile tramite un paranco”, continua Semeraro.
DAL PROGETTO AL MARE
Costruita su stampo femmina nel cantiere Neo Yachts a Bari, in previsione della realizzazione di una piccola serie, è decisamente moderna e potente: la prua è voluminosa, con le sezioni concave e con il dritto tondeggiante e inclinato all’indietro (inverso, come si vede, anche se in maniera più accentuata, sugli scafi dei più recenti catamarani); la massima larghezza dello scafo è a poppa, ma il disegno dello scafo garantisce comunque una ridotta superficie bagnata. Il Neo 400 è costruito in carbonio preimpregnato e resina epossidica (scafo, coperta e tutte le strutture), quindi talmente leggero che circa il 50% del dislocamento risiede nel bulbo, con conseguenti vantaggi in termini di raddrizzamento e stabilità.
Gli interni del Neo 400 sono stati disegnati simulando la barca in navigazione a vela. Sono disponibili diverse disposizioni, ma la più funzionale per la regata è con la dinette a prua, le cabine a poppa con la cuccette basculabili e il quadrato libero per disporre le vele.
UN MESE DI TEST IN MARE
“La barca risponde molto fedelmente al progetto”, ci racconta Paolo Semeraro. “Addirittura ci ha quasi sorpresi per le prestazioni con vento leggero e già con 5/6 nodi di aria prende l’assetto e parte. E le andature portanti sono davvero il suo pane”. Dopo questa prima serie di test, il Neo 400 è atteso alla stagione del Tirreno, magari con una grande classica come la Giraglia. Ma il grande sogno sarebbe partecipare al mondiale ORC, ad agosto nella fredda Kiel, in Germania. Per seguire lo sviluppo del Neo 400 potete guardare anche www.neoyachts.com
IL NEO 400, UNO SPASSO ALLE PORTANTI
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