Sono alla Haws Cay Marina, nelle isole Keys (Florida, USA), per l’evento stampa organizzato dal gruppo Navico (la compagnia che riunisce i marchi Lowrance, Simrad e B&G) nell’ambito del quale sarà possibile testare gli ultimi prodotti del brand in fatto di strumentazione elettronica. In particolare, sono interessato ai nuovi multifunzione Zeus Touch di B&G e al sistema di navigazione H5000, appositamente studiati per la vela. Sempre che quest’umidità pazzesca (e siamo in gennaio!) mi lasci almeno respirare: secondo me qua i barometri sono sottotarati altrimenti esplodono!
PRESENTAZIONE IN STILE STAR WARS
Ho già partecipato ad alcuni eventi Navico, ma in Europa: negli States tutto cambia e assume tonalità epiche. A cominciare dalla presentazione dell’azienda in stile Star Wars, con tanto di titoli di testa che scorrono con la galassia a far da sfondo e colonna sonora tratta direttamente dalla saga di George Lucas. Il pubblico, composto esclusivamente da giornalisti americani (escluso il sottoscritto, unico europeo presente), dimostra il suo apprezzamento tra applausi e fragorose risate.

LA MATTINATA…ZERU VENTU
La mia tabella di marcia prevede un’uscita mattutina a bordo del J/111 “Utah” per testare le novità B&G. L’armatore, Bradley Farber, assomiglia più a un wrestler in pensione che a un marinaio: per errore verso un po’ di Coca Cola in pozzetto e mi aspetto il peggio, ma Brad mi dimostra come le apparenze ingannino e si premura di pulire il tutto senza farmi sentire in colpa (e soprattutto senza picchiarmi). Usciamo ma non c’è una bava d’aria. Le Keys non sono famose per il “ventone”, per cui ci armiamo di pazienza e i corporate manager di B&G, sotto il solleone di gennaio, si lanciano nelle spiegazioni dei prodotti.
A bordo di Utah è montato uno Zeus Touch da 7 pollici e due display (uno grafico e uno “segmented”) che mostrano i dati ricevuti dal software H5000, che comunica tramite l’interfaccia NMEA 2000. La prima considerazione che mi viene da fare è relativa alla facilità di utilizzo. La schermata principale dello Zeus Touch è chiara e intuitiva, le varie funzionalità immediatamente accessibili e c’è la possibilità di dividere lo schermo fino in quattro sezioni, per tenere d’occhio il maggior numero di dati possibili. Sale un poco di vento e possiamo immediatamente testare la funzione SailSteer, dedicata alla navigazione a vela.

Il display mostra numerose informazioni in modo chiaro (nonostante il sole che si abbatte sullo schermo, come si evince dalla foto, la facilità di lettura rimane buona): la velocità, l’angolo reale e la velocità del vento e quelli apparenti, la SOG (speed over ground) e la COG (course over ground), il tempo, la posizione Gps e tanto altro. Al centro dello schermo la rappresentazione della barca è circondata dall’indicazione analogica della direzione del vento, delle layline (una nuova interessante funzione “overlay”) e dall’angolo teorico migliore da tenere in modo tale da avere la migliore VMG per avvicinarsi alla boa. La boa, precedentemente rilevata, è segnalata da un pallino verde.

Nelle acque antistanti il Marina è stato allestito una sorta di campo di regata con due boe che vanno a formare la linea di partenza. Passando vicino ad entrambe e settando i rispettivi waypoint ecco che avremo a disposizione la linea di partenza. Con la funzionalità SailTime è possibile calcolare l’avvicinamento alla linea e individuare il lato migliore in base al vento. Tra le altre funzionalità (oltre a Radar, pilota automatico e cartografia) è molto interessante il Wind Plot, ovvero lo storico della direzione e intensità del vento, particolarmente utile per prevedere le tendenze a breve termine. Il poco vento cala e rientriamo sotto un sole cocente.
LA BREZZA POMERIDIANA

Mi ritengo fortunato: per adesso nessuno si è fatto male. E pensare che ben due membri dell’equipaggio si sono presentati disinvoltamente vestiti di verde! Dopo il rientro e una veloce pausa pranzo a base di sandwich farciti con ogni ben di dio, in puro stile americano, rieccoci in mare. Questa volta Eolo non si fa attendere ed ecco una bella brezza da terra di circa 8-10 nodi. Non ero mai stato su un J/111, è amore a prima vista. Un undici metri in grado di imporsi tra le boe e nelle regate d’altura in categoria IRC, con un chiaro regolamento per la monotipia, ma pensato anche per una giornata di uscite in barca con gli amici o per brevi crociere. I numerosi risultati ottenuti dalla barca disegnata da Johnstone nelle regate alle quali ha partecipato confermano la sua vocazione sportiva.

L’albero e il bompresso di serie sono in carbonio; rispetto al suo predecessore J/109 paga in termini di spazi interni (le linee d’acqua aggressive con baglio massimo contenuto e murate basse e svasate…) ma guadagna sia di bolina (75° circa tra i bordi) che alle portanti. Al timone è una vera goduria: stabilità impressionante, lo potrebbe timonare anche un bambino di tre anni senza la minima fatica. La precisione degli strumenti (a proposito, molto originale il montaggio a bordo: a parte i display laterali sulla tuga, lo Zeus Touch è incassato nella parte inferiore della ghigliottina di chiusura in carbonio) non viene meno all’aumentare del vento. E’ possibile caricare sul software le polari della barca in modo da avere sempre un riferimento in qualsiasi andatura. Ad esempio, mentre sono al timone Bradley mi racconta che la barca dà il meglio di sé, di bolina, con angolo a 40°. E io che mi sbattevo tanto per stringere!
Rientriamo intorno alle cinque del pomeriggio. Trattandosi di equipaggio composto da anglosassioni, tutti sono rossi come peperoni. Io sono l’unica eccezione, la mia pellaccia tradisce origini napoletane, sono forse solo un po’ più abbronzato e suscito l’invidia dei miei rubicondi colleghi. A terra, da buoni americani, birra per tutti. E domani sarò a bordo di un’altra barca a provare le novità di Simrad!
E.R.