Un 12 metri con un vecchio navigatore solitario che affronta l’oceano viene colpito da un oggetto. La barca fa acqua e comincia un’incredibile lotta per la sopravvivenza. Protagonista il settanteseienne Robert Redford (nel riquadro durante la conferenza stampa) che in tutto il film “All is Lost” dice solo due parole, ma il film a detta dei critici è il più emozionante di quelli presentati al Festival di Cannes 2013, lo scorso maggio. Si preannuncia come il nuovo capolavoro dei film di mare e di vela, la cui uscita nei cinema italiani è attesa il 6 febbraio. Il titolo originale è “All is Lost” (tutto è perduto) ed è interpretato da un solo uomo, il fascinoso attore americano Robert Redford. In tutto il film pronuncia due sole frasi: “Oh my god” e “Fuck”. La storia è di quelle classiche che abbiamo letto avidamente nella letteratura della vela. Redford è un navigatore solitario che sta attraversando l’oceano a bordo del suo vecchio e fedele 12 metri, mentre è sottocoperta viene svegliato dal rumore dell’acqua che scorre in cabina. Si gira e vede che c’è una falla causata da un container caduto da una nave. Da qui comincia la lotta del marinaio per salvare se stesso e la sua barca. Non vi sveliamo altro. Redford, appassionato velista dilettante, non ha voluto controfigure per girare le scene più dure e si è dovuto sottoporre, malgrado l’età, a un duro allenamento fisico per portare a termine il film. Il racconto regge la tensione per quasi due ore, e il gioco di prestigio di un film muto e con un solo protagonista (anzi due: lui e la sua barca) riesce: l’esercizio di stile è convincente, perché lo stile è concreto, spogliato di qualsiasi alone mistico. La sceneggiatura è sviluppata come una semplice sequenza di eventi ambientali, cui il protagonista senza nome reagisce con pragmatismo, trovando in volta in volta delle soluzioni ai problemi, sempre più drammatici, che deve affrontare. E non sono questi i valori e le avventure che chi va per mare ben conosce?
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