La Sydney-Hobart? Sarà una sfida tra due superbarche!
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E’ possibile che un 80 piedi possa battere in tempo reale un 100 piedi? E’ la sfida del nuovo 25 metri Beau Geste appena varato che vuole vincere la Sydney Hobart 2013. Ma il vincitore della passata edizione, il 31 metri Wild Oats non ci sta e si è dotato di due diaboliche ali laterali per non farsi scavalcare. Ecco i segreti dei nuovi “mostri” da regata.
Sarà grande lotta di maxi yacht, chiglie basculanti e altre diavolerie alla prossima Sydney – Hobart, la regina delle grandi regate d’altura dell’emisfero australe che parte dall’Australia il prossimo 26 dicembre per raggiungere Hobart in Tasmania dopo 628 miglia. Grande è l’attesa per il debutto del nuovissimo Beau Geste, un 80 piedi progettato dallo studio spagnolo Botin e costruito in Nuova Zelanda dal cantiere Cookson. Si tratta di una superbarca di “soli” 25 metri che vuole battere in reale uno dei cinque 100 piedi (31 metri) che saranno al via a Sydney.
COME UN 80 PIEDI PUO’ BATTERE UN 100 PIEDI
Per vincere l’armatore del nuovo Beau Geste, Karl Kwok e il suo skipper Gavin Bady, hanno chiesto una barca velocissima nelle andature larghe, l’andatura che caratterizza di solito buona parte della Sydney-Hobart, dove ce la si può giocare con i 100 piedi, avvantaggiati in bolina. Punto di forza è una enorme chiglia basculante con pescaggio di 5,5 metri attaccata ad uno scafo particolarmente stretto al galleggiamento, nato per planare molto prima dei “pesanti” 100 piedi. Un’altra caratteristica su cui punta Gavin Brady per vincere in reale è la possibilità di spingere la barca al 100%, anche quando a causa delle condizioni meteo, le barche più grandi sono costrette a abbassare l’acceleratore. “Un cambio di vele più veloce o spingere un po’ di più fanno la differenza anche in una regata lunga come la Sydney – Hobart o il Fastnet” afferma Brady.
IL 100 PIEDI RISPONDE CON NUOVE ALI LATERALI
Ma il grande 100 piedi Wild Oats XI, vincitore dell’ultima edizione della Sydney Hobart, non è stato fermo ad aspettare di essere battuto. In questi mesi è entrato in cantiere per dotarsi di un’arma segreta, il DSS. Si tratta di un sistema di due “ali” retrattili poste al centro dello scafo. A seconda delle mura, una di queste ali viene aperta sottovento, per garantire una maggiore resistenza allo sbandamento. In pratica la barca, così, riduce sensibilmente lo sbandamento e quindi può tenere molta più velatura del normale, aumentando quindi la sua “potenza” rimanendo più “dritta”. La nuova ala in fibra di carbonio , che è stata realizzata in Nuova Zelanda, è 55 centimetri di larghezza, e quando è in uso si estende per 2,75 metri fuori dallo scafo sul lato sottovento. L’ala a forma alare, quando è a riposo scivola dentro lo scafo, ospitata in in una cassetta orizzontale che si estende attraverso la barca in prossimità del galleggiamento, tra l’albero e chiglia . L’ala si apre e chiude comandata da motori idraulici. Sandy Oatley, figlio del mitico armatore 80enne Bob, è convinto così di poter far restare competitiva la sua barca di 100 piedi, costruita otto anni fa, che nel corso del tempo è diventato un vero e proprio laboratorio di appendici mobili e fisse. Ora Wild Oats è un vero mostro dotato delle nuove ali laterali, un timone prodiero a scomparsa, due derive retrattili, la chiglia basculante , e il timone convenzionale a poppa.
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